Mostra sul Pordenone, l’anteprima Sgarbi boccia la bozza del manifesto

Si alza sipario, virtuale, sulla mostra del Pordenone che sarà inaugurata a villa Galvani il 26 ottobre. Il comitato scientifico, coordinato dai curatori Caterina Furlan e Vittorio Sgarbi, ieri ha “svelato” un’anteprima degli allestimenti e degli autori che affiancheranno il maestro del Rinascimento. Non poteva mancare un pizzico di pepe, con Sgarbi che ha subito demolito la bozza del manifesto: «Se resta così non vengo neanche all’inaugurazione».
Il manifesto
Ha argomentato il critico d’arte: «Non accetto che si possa dividere in tre un nome: Tro-pe-ano, Por-den-one (ndr la sillabazione del manifesto non è corretta). Questa è una cosa da bambini deficienti, non so chi l’abbia fatto. Non è un salame, anche se legato alla salama da sugo perché Pordenone è morto a Ferrara. E siccome con la nuova amministrazione emiliana mi occuperò, non direttamente, della cultura, faremo un festino a Ferrara per la morte del Pordenone». Tornando poi serio Sgarbi ha rimarcato la valenza delle promozione per far decollare la mostra. «Già il Pordenone non lo conosce nessuno, se poi nel manifesto c’è scritto Por-den-one uno non capisce neanche che si parli di una città, figuriamoci di un pittore». Sgarbi apprezza l’uso della parola Rinascimento e preferirebbe, per l’immagine del manifesto, «la pala di Susegana».
in mostra
Come spiegato da Caterina Furlan e dai suoi collaboratori, in mostra saranno ospitate una ventina di opere – tra cui importanti pale – del Pordenone, una trentina di artisti contemporanei e più di quaranta tra disegni e stampe del de’ Sacchis. L’ingresso sarà da villa Galvani, si proseguirà poi nel piano interrato e si concluderà al primo piano dove ci sono le stanze che consentono di ospitare le pale più grandi «che appartengono all’ultimo periodo. Abbiamo potuto seguire – ha spiegato Furlan – un percorso cronologico». Saranno parte del circuito anche le opere già in mostra al Ricchieri, in duomo e alla chiesa del Cristo. Sgarbi ha anticipato che ci saranno tele di Giorgione, Tiziano, Veronese, Correggio e Parmigianino. «A parte Raffaello, ci saranno tutti i grandi – ha scandito –, facendo capire che è stato all’epicentro di un terremoto culturale».
i ringraziamenti
L’assessore alla cultura Pietro Tropeano ha ringraziato il comitato scientifico e in particolare Sgarbi «perché è stato il primo a volere una mostra che mostrasse la grandezza del Pordenone mettendo l’artista a confronto con i suoi coevi». Padrone di casa ieri il sindaco che ha parlato della grande aspettativa che il Comune ha per la mostra ed evidenziato che «Pordenone è una città che sta subendo una profonda trasformazione – ha evidenziato Alessandro Ciriani – eppure vuole essere città che conserva le proprie radici e rafforza la propria identità. Uno degli obiettivi che ci siamo dati è proprio che questa mostra richiami prima di tutto i pordenonesi, chi vive nel territorio». —
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