Mungari: «Diplomificio? No, si bocciava»

Ieri l’atteso esame dell’ex patron: mai fatto pressioni sui docenti, erano tutti persone per bene. Il pm: «Registri falsificati»
Servizio n.7547: 31 Agosto 2009 - Via delle Grazie, istituto paritario G. Parini - PORDENONE (Pordenone) - Lino Mungari - pordenone 31-08-2009: in via delle grazie il nuovo istituto scolastico g. parini scuola paritaria. nella foto lino mungari gestore - -
Servizio n.7547: 31 Agosto 2009 - Via delle Grazie, istituto paritario G. Parini - PORDENONE (Pordenone) - Lino Mungari - pordenone 31-08-2009: in via delle grazie il nuovo istituto scolastico g. parini scuola paritaria. nella foto lino mungari gestore - -

«La filosofia su cui si basava la nostra scuola era dare un aiuto a studenti in difficoltà, ovviamente nei modi e nelle forme previste dalla legge. Io vorrei che questo tribunale si rendesse conto che sono coinvolte delle persone per bene, che hanno cercato di dare una mano agli studenti. Se c’è un delinquente dite pure che sono io. Ci sarà stato qualche errore nei registri, sulle assenze». Così ha parlato ieri Pasquale (Lino) Mungari nell’udienza del processo nato dall’inchiesta sui presunti “diplomi facili” all’istituto Parini, scuola di cui era il responsabile dell’offerta formativa. Dodici gli imputati. Contestata a vario titolo l’associazione per delinquere. Per tutti, a cominciare da Mungari, vengono contestati truffa aggravata e concorso in falso ideologico.

Ieri è arrivato dunque il momento più atteso, quello dell’esame di Mungari, difeso dall’avvocato Maurizio Mazzarella, davanti al pm che ha condotto l’inchiesta, Maria Grazia Zaina, e al collegio presieduto da Eugenio Pergola. Mungari ha anzitutto difeso la condotta degli ex docenti e del personale di segreteria che lavorava nella scuola privata, chiedendo che venga riconosciuta la loro piena innocenza, scandendo quel: «Sono persone per bene». Nel corso dell’udienza, anche dall’esame di altri imputati, sono di nuovo emerse le anomalie sulle assenze: erano segnati come presenti studenti in realtà assenti. Ma l’ex patron del Parini ha soprattutto ripetuto con forza che non c’erano promozioni “facili”. «Non avevo l’esigenza di creare un’associazione a delinquere per dire agli insegnanti: “promuovete” – ha affermato in aula –. Se uno studente non aveva i requisiti minimi lo si invitava ad andare da un’altra parte». Non ha senso parlare di “diplomificio” secondo quanto rimarcato da Mazzarella: «Perché se così fosse – ha osservato prima di ridare la parola a Mungari – ci sarebbero dei commissari d’esame qui imputati». «Io non ho mai partecipato a esami e scrutini – ha proseguito l’ex patron –, sapevo che c’erano promossi e bocciati e non ho mai fatto pressioni sugli insegnanti». Mungari ha fatto riferimento anche a una telefonata registrata con un genitore il quale chiedeva un intervento a favore del figlio che aveva tre insufficienze: «Come si può sentire gli ho risposto che doveva studiare». Niente diplomi “facili”, insomma. «Il mio lavoro era cogliere le debolezze dei ragazzi, dare un’opportunità di recupero. Agli insegnanti dicevo: usate umanità, dategli un’altra chance». Mungari ha rivendicato il fatto che la scuola accettava di accogliere «studenti in difficoltà scartati dagli altri istituti, compresi quelli religiosi. Ricordo quando una mamma venne da me per iscrivere il figlio, bocciato in una scuola pubblica. Disse che il ragazzo era irreperibile e che voleva suicidarsi. Posso dire di avergli salvato la vita. Non dico che mi merito una medaglia, ma almeno qualcosa di buon l’ho fatto».

L’udienza è stata aperta dall’esame di Giuseppe Sirianni, ex coordinatore didattico ed insegnante di diritto ed economia, difeso dall’avvocato Rosanna Rovere. «La procedura di non rilevare le assenze – ha chiesto il pm – era stata disposta da lei?». «No, non era una mia iniziativa» ha risposto l’insegnante. «Stiamo parlando di registri che venivano abitualmente contraffatti, una condotta costante di falsificazione» ha continuato il pm parlando di «riempimenti impropri». «Questa gestione – ha concluso – chi la decideva?. «Presumo che possa essere stato il dottor Mungari, ma non posso dirlo per certo» è stata la riposta. In merito alle numerosissime assenze il pm ha parlato di «classe fantasma» ricordando le dichiarazioni rese dal docente in sede di interrogatorio in cui aveva spiegato che qualcuno aveva apposto a sua insaputa sul registro del professore dei voti, sufficienti, per alunni che risultavano continuativamente assenti. In udienza il docente ha precisato però di non essere in grado di dire con esattezza chi li apponesse.

Chiusa l’istruttoria dibattimentale, sentenza attesa per il 3 maggio.

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