Municipio, via trenta dipendenti
PORDENONE. Non solo la riorganizzazione della giunta comunale. Nella rivoluzione di Claudio Pedrotti, quella annunciata fin dal primo incontro della maggioranza, c’è anche l’ipotesi di esternalizzare alcuni servizi, di decentrare risparmiando.
Il sindaco non ha detto quali né dove – sarà la giunta 2.0 a dover affrontare il tema -, ma ha fatto intendere che, tra i pensionamenti naturali (che potrebbero essere incentivanti dal Governo) e la revisione dei servizi stessi, nell’arco di un anno la macchina comunale potrebbe “dimagrire” ancora perdendo tra i 25 e i 30 dipendenti.
La filosofia non è quella di tagliare teste – anche perché l’amministrazione si limiterebbe a seguire l’esodo naturale (si parla di una quindicina di lavoratori con la valigia in mano verso l’agognata quiescenza) – ma di cogliere l’occasione delle uscite previste per rimettere a punto la macchina.
Il nodo più complesso, sul quale il sindaco per ora non si è espresso proprio perché consapevole degli effetti che potrebbe comportare, è quello delle esternalizzazioni.
Un tema per altro a lui caro visto che da due anni lo studia con particolare riferimento alle partecipate. Ma non è solo alle società esterne e controllate dal Comune che il pensa di delegare altri compiti. Ci sono servizi che potrebbero essere rivisti, alcuni in seno alle politiche sociali oggi a cavallo tra assessorato e Ambito.
Quanto alla riorganizzazione del personale – i dipendenti sulla carta sono 500 – l’amministrazione ha iniziato fin dal suo insediamento a rivedere l’assetto. In parte è stata obbligata dal fatto che i dirigenti sono stati dimezzati dalla normativa (da 18 sono diventati 9) e dall’altra mettendo mano alle posizioni organizzative.
Su 500 lavoratori, 483 sono dipendenti e 17 lavoratori interinali. Nei 483 rientrano i dipendenti in carico all’Ambito urbano (una cinquantina) e all’Aster. Questo fa sì che il personale dipendente che afferisce al Comune sia composto da 464 persone.
Una ulteriore riduzione porterebbe un nuovo sforzo organizzativo. Se negli anni il numero del personale si è contratto, infatti, i compiti a carico dell’ente sono aumentati. Basti pensare alla mole di lavoro che lo Stato ha riversato agli enti locali.
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