Museo di storia naturale chiuso da oltre 16 anni riaprirà nell’ex macello

Udine, c’è l’ok del consiglio comunale, astenuto il centrodestra. M5s contro. Entro dicembre il trasferimento degli uffici, il cantiere finirà nel 2017
Udine 03 Genniao 2013 macello Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco
Udine 03 Genniao 2013 macello Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /turco

UDINE. Chiuso da 16 anni, il Museo friulano di storia naturale ha una nuova sede. La sua attività sarà trasferita nell’ex macello di via Sabbadini. Entro l’anno gli uffici troveranno spazio nell’area dismessa, a seguire alcune collezioni. Nella stesso sito sarà creato anche un laboratorio digitale (Fablab).

L’ha deciso, ieri sera, il consiglio comunale dopo una lunga discussione durante la quale sono emerse tutte le divisioni interne presenti nel Pd e nella maggioranza.

Il risultato è stato comunque positivo per l’assessore alla Cultura, Federico Pirone, che ha portato a casa l’ok del Pd con l’unica astensione del civatiano Federico Filauri, di Innovare, di Sel e l’astensione del centrodestra. Contrari solo i grillini.

L’obiettivo era stabilire, una volta per tutte, dove collocare il Museo di storia naturale in un momento in cui i progetti faraonici non hanno più molto senso. E allora ecco l’opportunità di trasformare l’ex macello in un luogo espositivo. Il primo lotto sarà ultimato entro l’anno, nel 2017 il secondo.

Spazi troppo angusti per accogliere tutte le collezioni, con migliaia di reperti, del museo conosciuto a livello internazionale. Questa la tesi di Natale Zaccuri (Identità civica) secondo il quale quella del Comune «è una piccola risposta», mentre il capogruppo della stessa lista civica, Loris Michelini, l’ha definito un piccolo museo.

Dello stesso avviso Vincenzo Tanzi e Maurizio Vuerli (Misto). Contrari i grillini secondo i quali, come ha spiegato Paolo Perozzo, «è un tentativo per non scontentare nessuno che comporterà investimenti di soldi pubblici mal spesi».

Mentre l’opposizione ripercorreva i molti progetti elaborati per il museo, tra i banchi del Pd Maria Letizia Burtulo, preparava un ordine del giorno: il documento impegnava a individuare altri spazi per il fablab previsto nella palazzina 13 che a quel punto avrebbe dovuto trasformarsi in spazi espositivi affidando il coordinamento delle attività alla direzione del museo».

Quell’ordine del giorno non era un eccesso di perfezione, bensì un modo per contrastare il progetto fortemente voluto dall’assessore all’Innovazione e anche il meno amato nel Pd, Gabriele Giacomini.

Il Partito democratico, infatti, ritiene che il museo non va “contaminato” con altre iniziative anche se rientrano nel mondo dell’innovazione. In soccorso di Giacomini è intervenuto il sindaco e i colleghi di Innovare annunciando il voto contrario sul documento.

Burtulo, in effetti, l’ha ritirato dopo essere stata rassicurata da Honsell che il coordinamento delle attività resterà in mano alla direzione del museo. Preziosa, in questo senso, la mediazione del vicesindaco, Carlo Giacomello. Tutto finito? Neanche per sogno perché Paolo Pizzocaro (Per Udine) ha fatto proprio l’ordine del giorno costringendo il Pd a votare contro.

Più di qualche mal di pancia è emerso pure nel Pd dove alle convintissime Monica Paviotti ed Eleonora Meloni sulla bontà della scelta, si sono contrapposti Mario Barel, il quale ha chiesto garanzie sul restauro dell’ex Frigo per ampliare il museo.

Filauri, invece, ha motivato la sua astensione sollecitando la giunta a dare una risposta alla richiesta di spazi culturali proveniente dai giovani visto che il Centro socio culturale, previsto inizialmente nell’ex macello, non si farà più.

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