Musica, Spotify impazza e offre rarità made in Friuli

UDINE. Tutti pazzi per Spotify, l'app musicale che sta minacciando iTunes e altri programmi simili, visto che fa ascoltare, gratuitamente, musica in streaming mentre si è connessi al web. Sbarcata in Italia in contemporanea con lo scorso festival di Sanremo, ha nel suo ricco catalogo, oltre 15 milioni di brani, non solo le ultime novità della musica mondiale, ma anche alcuni titoli di nicchia come quelli legati al Friuli, tra canzoni in marilenghe e tracce ormai introvabili.
Ci si iscrive liberamente, anche attraverso il proprio profilo Facebook, sia da computer sia da dispositivo mobile (in questo caso però la app gratuita ha una durata limitata, per poi passare alla versione a pagamento). L'interfaccia è molto semplice. Ci sono i menù da cliccare per scoprire le novità e le estensioni della app, la funzione radio (da un'artista preferito ti ricava una sorta di stazione radiofonica personalizzata con canzoni di artisti simili e un po' di pubblicità ogni ora di ascolto che però scompare nelle versioni a pagamento) e le proprie playlist (cartelle nelle quali mettere una sequenza di canzoni favorite).
C'è poi il grande spazio in cui scegliere tra i risultati delle ricerche (suddivisi per canzone, artista e album) e quello della condivisione, nella quale scoprire live cosa stanno ascoltando i propri amici e quali siano i loro pezzi preferiti. A chiudere il tutto la barra di riproduzione.
L'app, come si è detto, permette di scoprire o ritrovare, a fianco dei grandi nomi del rock-pop mondiale, anche canzoni e autori made in Friuli. Prendete per esempio una ricerca semplice come quella di Sul puint di Braulins, dal titolo di una delle villotte più conosciute. Tra i risultati che si ottengono una versione alla fisarmonica del musicista del Comelico, Oskar De Tomas Pinter, a fianco di quella di Sandro Donati dall'album Project Friul. Village songs and poems from Friul, magari ormai introvabile in cd ma qui ascoltabile, gratuitamente in tutta la sua tracklist, in pochissimi click.
Di questo passo è altrettanto facile trovare tanti altri esponenti della musica in friulano (per esempio William Musig con Dario Zampa nel brano intitolato Furlan cowboy) come di quella collegata al Friuli. Basta cercare il nome della Piccola Patria e vengono fuori molti e diversi risultati: dal Requiem in D minor di Mozart eseguito dall'Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia ai canti sacri della Cantoria di Illeggio, dalle canzoni folk di Gigi Maieron e Mitili FLK sino alla musica elettronica-concettuale di Glacial con i brani On Friuli island 1 e 2. E poi le chicche. Come Baby, I want to be loved, ep del 1987 di soli 4 brani che la leggenda vuole sia stato registrato dagli One Way Out in una baita vicino a Torreano di Cividale.
Le note interne alla app descrivono l'album come la «prima demo blues registrata in Friuli». C'è anche Udinese vinci per noi, l'inno delle zebrette composto per la mitica partita contro l'Ajax nella coppa Uefa 1997-1998, proposto in numerose versioni.
Va anche detto che non c'è proprio tutto: per esempio a una prima ricerca non c'è traccia di nessuna canzone del movimento The Great Complotto, che fu germinale per lo sviluppo della musica punk in Italia. Rimanendo tra i nomi più noti del post-punk friulano, quanto meno c'è molto materiale sui Prozac +, a partire dall'album del 1998 Testa di plastica, e sui Tre Allegri Ragazzi Morti. Non scordiamoci poi gli artisti friulani d'adozione come Mal: si trova gran parte dei suoi successi raccolti nei greatest hits pubblicati negli ultimi anni.
Una rivoluzione copernicana, quella di Spotify, riassunta in uno degli spot che si alternano alle canzoni nella versione gratuita della app (che offre tanto – va detto –, ma non tutto, e dà il mglio di Sè con le discografie èiù recenti): e dunque che senso ha scaricare alcuni brani se invece si possono avere tutti gratis on line da ascoltare in ogni momento? Una proposta che attira chi è costantemente connesso al web. «È potentissimo – spiega Gianpiero Riva, instagramer friulano conquistato dalla nuova app – il fatto di poter organizzarsi le playlist, condividerle con gli altri e scoprire così nuovi artisti. La cosa straordinaria è l'immediatezza che però, a volte, può essere un elemento negativo.
Una volta infatti spendevi i tuoi risparmi per acquistare l'ellepi di un artista che poi ti ritrovavi letteralmente a studiare, compresa impaginazione e foto della confezione. Oggi, con la musica liquida, si rischia di perdere questa fondamentale componente dell'ascolto. Ma per chi ha già cultura musicale, immergersi in Spotify è fantastico».
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