Nascite, l’ospedale di Pordenone va in controtendenza: più 10 per cento

Oltre che dalla base Usa, le mamme arrivano anche dal Veneto Introdotte alcune novità nel reparto di ostetricia e ginecologia



In un calo generalizzato di nascite, l’ospedale di Pordenone nel 2018 ha fatto registrare un incremento del 10 per cento di nuovi nati. Merito dei bambini americani, ma anche della capacità di attrazione dal vicino Veneto. Il reparto di ostetricia e ginecologia è diretto dal settembre 2017 dal dottor Francesco Pirrone, che ha introdotto alcune novità.

Sono nati più bambini al Santa Maria degli Angeli nel 2018: mille 91 contro i mille 9 del 2017. «In generale – afferma Pirrone – si registra un calo della natalità in Italia e anche in Friuli Venezia Giulia. Noi quest’anno abbiamo avuto un aumento del 10 per cento». Incremento dovuto soltanto in parte alle mamme americane, che partoriscono nelle strutture italiane dopo la chiusura della clinica della base, perché il loro numero non è stato particolarmente alto. «C’è stata un discreta affluenza dal Veneto – prosegue il direttore –, donne che vengono a partorire da località vicine, e quindi abbiamo avuto questo numero di parti superiore alla media. Arrivare a mille 100 parti sembra semplice, ma l’impatto sull’organizzazione non è da poco. Questo ci ha portato già l’anno scorso ad aumentare il numero delle ostetriche».

Trenta sono stati i parti gemellari, tutti con due nati, e positivi sono anche i dati relativi ai parti cesarei. «La caratteristica del reparto – continua Pirrone – è il fatto che c’è molta patologia ostetrica: la percentuale di gravidanze patologiche che seguiamo è superiore alla media rispetto a quelle fisiologiche. Il tasso di tagli cesarei potrebbe essere maggiore, ma noi ci teniamo attorno al 23 per cento perché cerchiamo per quanto possibile di ottenere un parto naturale seguendo tutte le metodiche necessarie».

Dall’arrivo del nuovo primario c’è anche una novità, il parto cesareo dolce. «Il papà – dice Pirrone – può assistere al parto anche in caso di cesareo. Negli interventi programmati e dove è possibile consentiamo ai papà di essere presenti». Per ora a Pordenone niente parto in acqua. «Non sono contrario – spiega –, però presuppone una organizzazione che adesso non siamo in grado di garantire». Nel nuovo ospedale sarà introdotta una vasca per il travaglio in acqua.

Altra novità riguarda la cura dell’endometriosi, patologia che si stima colpisca il 10 per cento delle donne in età riproduttiva. «Si è costituita una équipe multidisciplinare che segue i casi di endometriosi – prosegue il direttore – specificamente dedicato a queste pazienti. Durante il 2018 avevamo una seduta al mese perché avevamo problemi di personale. Adesso stiamo passando a due ambulatori al mese e c’è un’affluenza molto alta».

È stato avviato anche un ambulatorio settimanale per le pazienti inviate da altre strutture per valutare se sottoporle a intervento chirurgico. «Conseguentemente – sottolinea Pirrone – sono aumentate le liste di attesa per gli interventi e stiamo cercando di trovare soluzioni. Si può fare coordinandoci con l’ospedale di San Vito al Tagliamento con cui collaboriamo molto bene». In arrivo anche la chirurgia robotica che potrà essere usata per gli interventi ginecologici. Nel 2019 sarà anche aumentata l’attività dell’ambulatorio per le gravidanze a rischio. —



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