Nastro adesivo sulle porte: così i ladri “segnano” le case da ripulire

Udine, una decina i furti commessi in città negli ultimi giorni. Colpito un alloggio dell’Ail, associazione contro le leucemie

UDINE. Nastro adesivo trasparente attaccato sopra la porta d’ingresso, oppure a lato: è questo l’ultimo e, a quanto pare, efficace, metodo utilizzato dai ladri per distinguere la case abitate da quelle in cui non c’è nessuno. È emerso in questi ultimi giorni dopo i diversi colpi messi a segno in condomini che si trovano nella zona dell’ospedale Santa Maria della Misericordia.

I ladri svaligiano una casa: rubati gioielli, argenteria e pc per 50 mila euro


I malviventi hanno preso di mira anche un appartamento dell’Ail di Udine, l’associazione contro le leucemie. Non solo: in una sola palazzina le residenze ripulite sono state ben tre e, stando alla ricostruzione dei residenti, i “soliti ignoti” per raggiungere le porte-finestre dei vari alloggi si sono arrampicati sulle grondaie fino a più di dieci metri di altezza.

Prima fanno irruzione in una casa, poi i ladri si calano con la corda


Tra le razzie più recenti, tre sono state compiute in via padre Reginaldo Giuliani, seconda laterale sinistra di via Martignacco, che termina in via Dormisch. Un’altra è avvenuta in via Forni di Sotto dove c’è un alloggio che l’Ail metterà a disposizione di pazienti che stanno seguendo percorsi di cura all’ospedale di Udine.

Rubata una collezione di penne stilografiche che vale migliaia di euro

Amaro il commento della presidente dell’Ail, Maria Grazia Zanon Santuz: «Stavamo finendo di allestire questo appartamento – racconta –, non era ancora stato abitato. Sono arrivati prima i ladri che hanno aperto armadi e cassetti.

Molto probabilmente cercavano solo soldi e preziosi, ma non hanno trovato niente. Delle altre cose, invece, non hanno toccato nulla, nemmeno il televisore. Non avevamo ancora messo fuori la targa dell’associazione».

Inoltre, un quinto caso è stato registrato anche dalle parti di via Petrarca. Qui i ladri prima hanno forzato la porta blindata (dotata di una serratura vecchio tipo, quelle che hanno un foro ampio e che, per questo, vengono agevolmente aperte con il famigerato grimaldello bulgaro), hanno svaligiato l’alloggio e quando se ne sono andati hanno richiuso la porta con una mandata, quasi per beffa.

E ancora: in viale Gio Batta Bassi è stato ripulito l’appartamento di una famiglia di stranieri che per le vacanze natalizie si erano recati all’estero, a trovare i familiari. Al loro rientro hanno trovato aperta una porta-finestra. Infine, in via Misani, altri tre casi: porte blindate forzate e stanze sottosopra.

Questi ultimi episodi si aggiungono agli altri casi di cui abbiamo già riferito nei giorni scorsi: da via Martignacco (qui una famiglia, al rientro dalle vacanze natalizie, si era ritrovata di fronte a tutte le stanze a soqquadro) a via Montello (è una laterale di viale Tricesimo dove domenica scorsa un residente, verso le 22, aveva notato un intruso con una torcia nel giardino del vicino e aveva dato l’allarme).

C’era poi stato un maxi-furto da oltre 50 mila euro nella casa di via Codroipo appartenente a un’imprenditrice udinese. Oltre agli ori e ai contanti i “topi d’appartamento” si erano portati via anche computer, tablet e altri gioielli tecnologici.

In via Gervasutta, poi, i banditi – sicuramente più d’uno, stando alla ricostruzione della polizia – avevano agito con sfrontatezza: prima avevano recuperato un’ascia e altri attrezzi in un deposito sul retro dell’abitazione e poi avevano staccato la grata in ferro che proteggeva una finestra. Erano quindi saliti al primo piano e poi avevano calato una corda, in modo da garantirsi, poco dopo, una fuga più veloce.

Ciò che preoccupa di più, comunque, è questo nuovo modo di “etichettare” le case. In pratica, i cittadini hanno notato che qualcuno aveva attaccato scotch trasparente tra lo stipite superiore (o quello laterale) e la porta stessa.

I “soliti ignoti” erano ripassati poco tempo dopo e avevano colpito solo gli appartamenti dove il nastro adesivo era ancora attaccato proprio come lo avevano sistemato. Lo scotch staccato o penzolante, invece, era un segnale chiaro: meglio lasciar perdere, qualcuno era entrato nelle ultime ore e il rischio di essere sorpresi sarebbe stato molto più alto.—


 

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