Negozi aperti per il 1° maggio: protesta con i trattori

I sindacati preparano una nuova iniziativa davanti alle vetrine di Upim e Zara che intendono lavorare anche domenica . Cgil, Cisl e Uil sono uniti La legge regionale deve essere modificata, ci sono troppe deroghe e disparità, serve un calendario di aperture festive uguale per tutti

UDINE. Trattori in centro a Udine contro le aperture selvagge. Cgil, Cisl e Uil sono pronti alla mobilitazione per «difendere il Primo maggio dall'attacco di Upim e Zara» che hanno annunciato di voler restare aperti anche in quella che è, o dovrebbe essere, la festa dei lavoratori. Così da Cervignano, dove è in programma la consueta festa del lavoro, i trattori della Cia potrebbero far rotta verso il capoluogo.

«Abbiamo già chiesto la disponibilità degli agricoltori - dice Claudio Caporale della Filcams Cgil - che ci hanno assicurato il loro appoggio». Insieme alle bandiere, quindi, davanti alle vetrine di Upim e Zara sfileranno anche i trattori, simbolo della festa del Primo maggio.

«Restano da risolvere alcuni problemi di natura burocratica e logistica - spiega Caporale -, ma contiamo di ottenere le autorizzazioni per dar voce alla nostra protesta».

Oggi i rappresentanti di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil si sono dati appuntamento per organizzare il presidio, la mattina a Cervignano e il pomeriggio a Udine. «Vogliamo difendere il diritto dei lavoratori a restare con le loro famiglie sia il primo maggio che il 25 aprile e a Natale», dicono Paolo Duriavig della Fisascat e Claudio Moretti della Uiltucs.

Perché la spiegazione di Upim e Zara (l'apertura festiva è apprezzata dai clienti e anche dai lavoratori perché chi vuole può guadagnare di più grazie alle maggiorazioni) non ha convinto i sindacalisti. «Devo ancora incontrare un commesso felice di lavorare a Pasquetta - sostiene Caporale -. Chi lo fa è in molti casi vittima di un ricatto, oppure è costretto a farlo per motivi economici perché la verità è che oggi gli stipendi normali non bastano più a vivere dignitosamente. Lungi da me vietare alla gente di lavorare se vogliono, ma non è giusto che i commessi siano costretti a farlo per arrivare alla fine del mese».

Nel mirino della Triplice c'è anche la legge regionale del commercio. «Ci sono troppe deroghe - sottolinea Duriavig - e troppe disparità. Serve un calendario delle aperture valido per tutti senza eccezioni. Solo così non ci sarà concorrenza sleale e si potrà garantire un servizio adeguato ai consumatori che sapranno con chiarezza quando i negozi saranno aperti nei festivi e quando no».

Ma per quanto concerne le cosiddette festività protette, come il Primo maggio, i sindacati non vogliono scendere a compromessi: tutti devono onorare la festa. Per la Confcommercio invece il riferimento deve essere quello della legge regionale. Se è consentito quindi, come in questo caso per i negozi dei centri storici, via libera alle aperture. Anche il primo maggio.

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