Negozi e supermarket chiusi a Pasqua, ma aperti a Pasquetta

UDINE. Natale con i tuoi…Pasqua con chi vuoi. Ma non Pasquetta per chi lavora nella grande distribuzione e nei centri commerciali. Festività santificate a eccezione del Lunedì dell’Angelo, quando la voglia di vendere supera quella di scampagnate e grigliate.
Se supermercati e centri commerciali abbasseranno le serrande domenica 1 aprile, non sarà lo stesso per lunedì, con molti di questi negozi che in città rimarranno aperti. Anche se le previsioni promettono bene, la voglia di shopping di più di qualcuno sarà saziata dai negozi che lavoreranno anche a Pasquetta.
Aperti, come ogni lunedì, Carrefour, Panorama e Iper, che rispetteranno il tradizionale orario, mentre la politica di Aspiag Service (Despar Nordest) ha deciso di tenere aperto solo al mattino e alcuni punti vendita, che a Udine saranno quelli di via Rita Levi Montalcini (al nuovo terminal studenti in via della Faula) e via Cotonificio, oltre ai punti vendita di Martignacco e Pradamano.
Inoltre, si presenteranno solo i dipendenti che hanno manifestato la propria disponibilità a lavorare nel giorno di Pasquetta, mentre tutto gli altri si potranno godere i due giorni di festa. Più sensibile al tema Coop, che sceglie come strategia aziendale di rimanere chiusa in entrambe le giornate, e anche Lidl rimarrà chiusa.
Per chi volesse fare una tappa al centro commerciale, il Città Fiera rimarrà aperto dalle 8.30 alle 20.30, mentre il Palmanova Outlet Village sarà aperto dalle 10 alle 20.
Insomma, lunedì mattina i consumatori avranno l’imbarazzo della scelta tra i punti vendita che rimarranno in servizio. Una decisione che, come da copione, scatena la protesta dei sindacati, pronti a cogliere la palla al balzo per ribadire la propria contrarietà alle logiche aziendali.
«Stiamo parlando di Pasquetta, giorno di festività che anticipa 25 aprile e 1º Maggio – commenta il segretario provinciale della Cgil Natalino Giacomini – ed è sconcertante rilevare che i lavoratori, in un settore nemmeno marginale come questo, siano costretti a modificare il proprio assetto di vita».
Anche la Regione in un primo momento aveva dimostrato disponibilità sul tema, per Giacomini, ma poi ha fatto retromarcia.
«Ma veramente pensiamo che le aperture siano un fattore vitale per il consumo – tuona Giacomini – o pensiamo sia piuttosto legato alla redditività del consumatore?»
Conferma la propria posizione anche il segretario provinciale di Uil Ferdinando Ceschia: «Rimango dell’avviso che sia una politica di forzatura da parte degli esercenti negare le festività ai propri dipendenti, sicuramente un elemento di spregio nei confronti dei diritti dei lavoratori».
Per Ceschia dunque lavorare in giornate festive rappresenta una «forzatura perpetrata per affermare la centralità delle imprese rispetto ai diritti dei dipendenti, con risultati che non mi paiono essere così eclatanti dal punto di vista dei ricavi».
Critico anche il segretario provinciale Fisascat Cisl Diego Marini: «Abbiamo fatto un volantinaggio dove facciamo appello a non dare la disponibilità nei giorni festivi e invitiamo le controparti a intraprendere una contrattazione di secondo livello per normare la presenza lavorativa su base volontaria e per quanto riguarda una retribuzione adeguata».
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