Nel 1997 scoperti a Stremiz di Faedis i corpi di sette persone giustiziate

Fucilati dal plotone della divisione partigiana che aveva il comando a Stremiz, la Garibaldi Natisone. Fucilati dopo un processo sommario «secondo le regole di guerra», disse poi Giovanni Battista...

Fucilati dal plotone della divisione partigiana che aveva il comando a Stremiz, la Garibaldi Natisone. Fucilati dopo un processo sommario «secondo le regole di guerra», disse poi Giovanni Battista “Vanni” Padoan, che nel 1944 era commissario politico della Garibaldi e che nel 1997 ammise di aver condannato i sette: «Alcuni erano spie fasciste al soldo dei tedeschi, altri camice nere molto compromesse, tutti inchiodati da testimonianze inoppugnabili», spiegò. I corpi, tutti decapitati, sono stati scoperti dopo 52 anni dopo grazie alla testimonianza di una donna che aveva assistito all’eccidio. In paese in molti sapevano ma nessuno ha detto o fatto nulla per anni tanto che la “foiba di Faedis” di cui molti parlavano sembrava destinata a restare una delle tante storie di guerra sospese in un limbo tra realtà e racconto. Invece era tutto vero.

Lo confermò lo stesso Padoan, il cui nome è legato all’eccidio di Porzus per il quale venne incriminato e condannato a 30 anni di carcere, ma prima della sentenza definitiva espatriò prima in Cecoslovacchia e poi in Romania: tornò in Italia a metà degli anni Sessanta grazie ad un'amnistia. Nel 2001 Padoan volle anche chiedere perdono agli eredi delle vittime di Porzus e lo fece il 21 agosto 2001 proprio alle malghe, teatro dell’agguato omicida. «L’eccidio di Porzus e del Bosco Romagno - disse Padoan - è stato un crimine di guerra che escluse ogni giustificazione».

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