Nel mondo magico delle auto di Paolo Marcolin, modellista anche per Valentino Rossi

Pordenone: dalla costruzione di aerei a quella, in scala, di macchine da rally. Fra i suoi clienti piloti in tutto il mondo: la passione diventata un lavoro

Alberto Bertolotto
Paolo Marcolin con i suoi modellini nel laboratorio di Fiume Veneto. In passato ha avuto un negozio in corso Vittorio Emanuele
Paolo Marcolin con i suoi modellini nel laboratorio di Fiume Veneto. In passato ha avuto un negozio in corso Vittorio Emanuele

PORDENONE. Non c’è un solo bambino di Pordenone che, negli anni ’90, non si fermasse ad ammirare la vetrina del suo negozio, in corso Vittorio Emanuele.

Decine di modellini di auto da rally, che lui stesso assemblava. Una sorta di finestra sul mondo, uno spazio per sognare.

Il locale in Contrada Maggiore l’ha lasciato nel 2001, ma da allora non ha mai smesso di creare, annoverando tra i clienti piloti come Valentino Rossi.

Il viaggio nel mondo di Paolo Marcolin, 64 anni, modellista conosciuto in tutta Italia, è una storia che mescola passione, artigianato di alto livello e idee imprenditoriali.

La scintilla è nata vedendo in gara le vetture dei piloti non professionisti. Un’intuizione che gli ha permesso di lavorare divertendosi.

DAGLI AEREI ALLE AUTO

Marcolin, dal 2001, ha il laboratorio nella sua abitazione, a Fiume Veneto. Sorridendo dice di essere stato «uno dei primi ad aver fatto smart working».

E proprio a casa, da ragazzino, si è avvicinato al mondo diventato poi la sua vita professionale. «Costruivo aerei, in scala 1:72 – racconta –. Si acquistavano i kit a 450 lire. Dovevo ancora trovare la mia strada nel modellismo.

Poi la folgorazione delle macchine: mi piacevano sia quelle stradali, sia quelle da corsa. Andai a vedere nel 1978 il Rally Valli Pordenonesi, “genitore” del Rally Piancavallo, quindi nel 1980 il Rally Montecarlo. Già collezionavo macchinine: scelsi così di dedicarmi al modellismo».

Primo esemplare, dipinto a mano, una Opel Kadett in scala 1:43. «Compravo l’auto e, di pari passo, i cosiddetti “trans kit”, gli adesivi e i particolari per comporre il modellino della vettura da corsa.

Li vendevano poche aziende, a volte serviva aguzzare l’ingegno: i fanali li ricavavo dalle perline, i parafanghi da un menù del bar Posta, stampato in lamierino sottile. Erano bei tempi».

PASSIONE E LAVORO

Perito agrario per formazione, Marcolin creava per se stesso. La famiglia aveva la cartoleria in centro e, nel 1985, ha deciso di acquistare il locale dal papà, che si trovava nei pressi di piazza della Motta. A inizio anni ’90 il passaggio in corso Vittorio Emanuele.

«Nel 1992, al Rally Piancavallo – spiega – decisi di provare a riprodurre io stesso le auto che vi partecipavano. Avevo già conosciuto un ragazzo che si occupava di adesivi.

Io gli spedivo le foto della macchine, lui produceva le decalcomanie. I primi modelli furono la Lancia Delta Integrale di Roberto Cimolai e la Renault Clio di Gianni Fiora che avevano preso parte a quel Piancavallo».

OGGETTO DEL DESIDERIO

Così è partito il suo viaggio. «Durante i weekend andavo a vedere i rally: fotografavo le auto, parlavo coi piloti e chiedevo loro se fossero interessati ad avere il modellino – racconta –. In una fine settimana mi è capitato di assistere a tre gare diverse.

Lavoravo tanto, il riscontro c’era: ai piloti piaceva l’idea perché si trattava di qualcosa che non si trovava in giro». L’ordine minimo era composto da 10 modellini.

«Ho sempre operato su scala 1:43, molto raramente su scale come 1:24 e 1:18 – precisa –. Cinque giorni era ed è il tempo di lavoro medio».

Come si struttura? «Si acquista la scocca e ogni componente dell’auto, poi li si pulisce e si inizia a dipingere – elenca –. Fatto questo, si lascia riposare il colore. Si attaccano poi gli adesivi, che rappresenta il passaggio principale: serve grande cura del particolare».

Infine gli ultimi pasaggi. I clienti, in Italia, non mancavano, ma nel 2001, dopo aver lasciato il negozio, la decisione di allargarsi all’estero.

«Ho lavorato per piloti belgi, greci e i campioni tricolori. Il più prestigioso – svela – è stato però Valentino Rossi: per tre anni ho riprodotto il modellino dell’auto con cui partecipava al Rally di Monza».

QUALITA’, NON QUANTITA’

Marcolin continua a fornire la sua opera a tanti equipaggi, anche se dal 2021 ha deciso di rallentare il ritmo di lavoro e la produzione. Per avere un modellino, adesso, bisogna aspettare anche due mesi.

«Nel periodo di Natale le richieste aumentano e cerco di assecondarle – confessa –. Questa, per me, è e rimane una passione, un gioco, un divertimento che è diventato un lavoro. Posso dire di essere stato fortunato».

Vedere la precisione con cui usa la pinza per attaccare gli adesivi è emozionante, così come lascia a bocca aperta la stanza in cui conserva tutte le sue creazioni.

Nel corso della sua carriera ha composto più di 2.500 automobiline. «Ho sempre tenuto per me ogni modellino che producevo – sottolinea –. D’altronde, prima di tutto, assemblavo le vetture per me stesso».

Il suo segreto personale è l’amore per il suo lavoro, mentre dal punto di vista imprenditoriale è quello di «non aver mai svenduto il mio prodotto». Ammirando dal vivo le sue opere, non si può che dargli ragione.

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