«Nella foresta del Cansiglio resti vietata la caccia ai cervi»
CANEVA. Scendono ancora in campo le organizzazioni ecologiste per salvaguardare la foresta del Cansiglio. Questa volta Mountain wilderness, Ecoistituto del Veneto e Movimento dei consumatori prendono di mira le “bugie dei cacciatori”.
I leader naturalisti Toio De Savorgnani e Michele Boato sentono il dovere di mobilitarsi per tutelare la fauna presente in Cansiglio, in particolare i cervi. Obiettivo dei cacciatori è far cadere il divieto di sparare agli ungulati all’interno della foresta, dove non si è mai cacciato, se non da bracconieri.
«Sino a trent’anni fa – sostengono gli ecologisti – i cervi in Cansiglio erano qualche decina. Poi, durante il periodo di sofferenza del bosco per l’attacco della mosca defogliatrice, “Cephalcia”, molti alberi debilitati sono caduti sulla rete del recinto di 70 ettari, fra Pian Cansiglio e Valmenera, permettendo a decine di cervi e daini di scappare. Da allora – continua la nota ecologista – i cervi, animali adatti all’ambiente alpino, hanno cominciato ad aumentare, mentre i daini, ungulati da boschi di pianura, sono stati periodicamente decimati dagli inverni più freddi e nevosi».
I cervi si sono riprodotti sempre più velocemente. I cacciatori, pur rendendosi conto del fenomeno, hanno preferito non intervenire e lasciare che proliferassero. Lo scopo era di chiedere gli abbattimenti di “contenimento” dentro la foresta. Da ciò è nato il lungo contenzioso con il mondo ecologista. «I rappresentanti della politica – sostengono i naturalisti – invece di aiutare a cercare una soluzione tecnica a salvaguardia di cervi e foresta, hanno spesso usato l’argomento per accaparrarsi i voti dei cacciatori e delle loro organizzazioni».
La soluzione era semplice, bisognava aumentare il numero di animali cacciabili fuori dalla foresta, nelle riserve di caccia, come hanno sempre sostenuto gli ecologisti e il presidente della Lega abolizione caccia del Veneto, Andrea Zanoni. «Ora assistiamo a una farsa – affermano gli esponenti di Mountain wilderness –: dentro il Cansiglio si parla della presenza di oltre 2.000 cervi, mentre i cacciatori sostengono che, fuori della foresta, i cervi sono pochissimi. Come mai, allora – si chiedono gli ecologisti – in molti si lamentano perché i cervi sulla Pedemontana sono moltissimi, compromettono orti, spogliano completamente gli alberi da frutto, danneggiando anche i campi coltivati? Evidentemente i cacciatori non hanno ancora perso del tutto le speranze di entrare nella foresta con il fucile».
Quanto ai politici, continua la nota «usano il caso dei cervi come occasione per chiudere Veneto agricoltura» che gestisce, tutelandola, la foresta del Consiglio, in ciò spalleggiati da diversi sindaci. «Ma i cervi – concludono gli ecologisti – sono soltanto un pretesto e non costituiscono il principale problema del Cansiglio: i loro danni sono rimediabili, mentre gli impianti di risalita, i villaggi turistici e le altre strutture impattanti, continuamente riproposte dai sindaci di Tambre, Farra e Fregona, sarebbero definitive e irrimediabili».
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