Nelle profondità del fiume Natisone, lì dove si susseguono sassi sporgenti e buche pericolose

L’ex presidente Adami: «Il fondale tra Orsaria e Premariacco è molto impegnativo»

I subacquei dell’associazione del Manta Sub nel fondale del Natisone sotto il ponte Romano
I subacquei dell’associazione del Manta Sub nel fondale del Natisone sotto il ponte Romano

La particolare conformazione dell’alveo del Natisone nel tratto immediatamente successivo al ponte romano di Premariacco ne fa un contesto ad alto rischio, carico di pericoli anche in condizioni ordinarie, cioè di calma fluviale. Non per nulla gli esperti subacquei dell’associazione cividalese Manta Sub, presieduta da Antonio Del Negro e attiva fin dagli anni Ottanta, frequentano la zona solo saltuariamente – anche a fini didattici, proprio per far comprendere l’entità delle insidie sommerse – e con estrema attenzione, consapevoli di quanto quell’ambito paesaggistico di estrema bellezza possa riservare trappole mortali.

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Le piene improvvise

«Tanti anni fa – ricorda Gabriele Adami, pilastro del Manta Sub, che ha guidato a lungo – in quel punto esatto perse la vita un sommozzatore udinese di grande esperienza, impegnato in un'immersione notturna. Anche lui, come i tre ragazzi dispersi da venerdì, fu sorpreso da una piena che arrivò all'improvviso. Non riuscì a scansare l'ondata e fu trascinato a fondo.

Il suo corpo, evidentemente rimasto intrappolato sotto le ghiaie smosse dalla furia dell'acqua, riemerse qualche anno più tardi. Un nostro socio – testimonia quindi Adami – ha effettuato delle riprese subacquee che documentano la complessità del letto del fiume tra Premariacco e Orsaria: si tratta di un fondale decisamente "impegnativo", difficile da affrontare anche in assenza di correnti e a profondità non elevate, perché è un susseguirsi di anfratti e cavità, di buche, di rocce sporgenti. In un simile groviglio è facilissimo, a maggior ragione all'occorrenza di piene come quelle di venerdì, ritrovarsi incastrati, impossibilitati a muoversi».

L'evoluzione del letto del Natisone nel tempo ha ulteriormente complicato la situazione: «Una ventina d'anni fa – testimonia sempre Adami – sotto il ponte romano la profondità si aggirava attorno ai 15 metri. Ora siamo sull'ordine dei 5-6, per effetto dell'accumulo nei fondali dei detriti trasportati dalle piene, per lo stesso motivo la spiaggia sottostante il ponte si è innalzata di almeno 4 metri».

I video subacquei

Il filmato realizzato dal Manta Sub, che abbraccia un'ampia sezione del Natisone fra Premariacco beach e Manzano, fa capire chiaramente quanti siano gli ostacoli invisibili dalle rive.

C'è addirittura una sorta di palizzata che affiora a pelo d'acqua, una vecchia rosta costruita nei tempi che furono. «I punti in cui si può restare impigliati sono un'infinità», ribadisce l'ex presidente del Manta Sub, lasciando intendere che i tre dispersi potrebbero trovarsi proprio lì sotto, a breve distanza dal luogo in cui hanno perso l'appiglio al suolo e sono stati trascinati via dalle correnti. «Se una persona, travolta sotto il ponte, riesce a non ingurgitare acqua e dunque a restare a galla – conclude Adami –, può essere che venga trascinata a valle dalla corrente per alcune centinaia di metri, se invece accade il contrario, e se il corpo sprofonda, le possibilità di ritrovarsi bloccati da qualche elemento sono purtroppo altissime». Di quanta accortezza ci voglia per avventurarsi nello specifico tratto, anche da subacquei esperti, è ben consapevole un socio del Manta Sub, Arnaldo Zorzetto, 180 immersioni all'attivo.

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Sotto il ponte romano

«Sotto il ponte romano ho vissuto una gran brutta esperienza, durante un'immersione notturna. Se non fosse stato per la prontezza di riflessi di Gabriele Adami non sarei qui a raccontarlo. Mi ero addentrato in uno degli anfratti che costellano il settore – racconta Zorzetto – e, involontariamente, ho smosso del limo, l'acqua si è intorbidita, ho perso completamente la visibilità e dunque l'orientamento. In qualunque direzione mi muovessi toccavo roccia: sopra di me, sotto, ai lati. Mi sentivo in trappola, sono stato colto dal panico.

Mi ha estratto Gabriele, tirandomi per le pinne. È importante – conclude il socio del Manta Sub – che la gente abbia cognizione dei pericoli del fiume. Soprattutto ora che sta arrivando l'estate, quando notoriamente il Natisone – nonostante il divieto di balneazione, indicato da appositi cartelli in tutti i punti sensibili – viene preso d'assalto per fare il bagno». Accade ad ogni bella stagione, lungo l'intera asta del fiume, da Pulfero a Cividale, da Premariacco a Manzano, e certamente fra le tante spiagge amate dai residenti, ma anche dai visitatori, quella che si allarga sotto il ponte romano spicca per affollamento.

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