«Nell’era del post-internet bisogna preservare l’uomo»
Come definirle: protesi irrinunciabili? Sì, gli smartphone, i personal computer e tutta quella magnifica cozzaglia di tecnologia che ci ha sottratto la naturalezza dei rapporti, compensandola con una comunicazione ad alta velocità. Liberi prigionieri della rete, in precario equilibrio fra la necessità e l’abitudine. Non ci si cura di certi effetti, è uso ormai spontaneo in frenetica crescita, giusto per non perdere distanza con la bulimica salita verso la perfezione.
Stasera (martedì 30), volendo, possiamo confrontarci con un pensiero colto, un’esamina di un contemporaneo definito di “post-internet” attraverso la video arte, una forma possibile per codificare il presente. FilmMakers al Chiostro è una fermata pordenonese ormai consueta davanti a uno schermo, una miscellanea di nuove espressioni e di cortometraggi. Decima tornata, sempre con il marchio di Cinemazero e con la partnership progettuale di FriulAdria. Due eventi, nell’evento. Morbida partenza alle 21.30.
Se con Fabiola Nardi, attraverso la sua pubblicazione di Tell a vision, scopriremo le scintille che hanno provocato i corto circuiti fra arte e cinema, Marotta&Russo, premiata ditta udinese d’arte e comunicazione, avranno l’ardire di segnare un passo spedito in un altrove che sa di antico, con la determinazione di rappresentare il futuro. Messa giù così, forse, annusa di eccessivamente criptico. Andiamo a spiegare. La produzione di Bad Smile - chi siederà sulle poltroncine del Chiostro lo vedrà in anteprima italiana - rappresenta uno dei tanti picchi di una ricerca nell’ambito dei linguaggi digitali dell’oggi.
Stefano Marotta e Roberto Russo sono docenti alla scuola di “Nuove Tecnologie per le Arti” dell’Accademia di Belle Arti di Venezia e da buoni amici, quali sono da decenni, sperimentano sistemi di installazioni ambientali concepite al luogo. Percorsi di suggestione. Il cattivo sorriso è strutturato per coinvolgere il pubblico, creare immediata empatia con una situazione diffusa, appunto quella di indossare spesso un atteggiamento di allegra malinconia. Dice Russo: «Abbiamo usato la microanimazione in gif, la stessa in voga nella preistoria del computer, alla fine degli Ottanta, per capirci. Il nostro chiamiamolo pupazzetto, il Bad Smile, è formato da pochi pixel e sarà proiettato in video Wall sulla parete della struttura. Il significato è l’uscire dall’involucro-schermo, il che rappresenta una metafora di una tecnologia sempre più sfuggente dai monitor degli uffici e da quelli di casa. Così l’aggressione che la proiezione sembrerà mettere in atto contro le pareti del chiostro riuscirà ad aprire un ulteriore varco. Non soltanto il nostro lavoro di artisti, ma anche il confronto con gli studenti dell’Accademia, ci mostra quotidianamente questo sorriso amaro», spiega ancora Russo.
«Nei ragazzi pieni di talento che non riescono a trovare la strada assume l’efficace immagine di moscerini schiacciati contro il parabrezza, rendendo universale, soprattutto in questo momento, quel senso di frustrazione provocato dalla presenza di un inaspettato, spesso invisibile ostacolo». Ma su tutto e tutti, nel post-internet, domina il «bisogno di preservare l’uomo».
Senza dimenticarci dei corti in concorso, che il pubblico sarà chiamato anche questa sera a votare: Funny webcam effects di Néstor Fernàndez (Spagna), Mariposa di Homideh Moeinfar (Svezia), No aguanto a tus padres, di Javier Cano (Spagna), Gravity di Pau Camarasa, Pool di Juan Del Rio, Us-noi di Alex Lora, The fallen di Pau Camarasa. Gli “Amici di Bambi” hanno poi affidato la colonna sonora di chiusura a Petrina, cantautrice italiana che David Byrne ha scelto per le sue radio playlist, capace di alternare abilmente le proprie composizioni a trasfigurazioni di brani di altri autori, rivisitandole con esuberante inventiva.
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