Newcom, sì al concordato Speranza per 35 lavoratori

San Vito, il tribunale ha dichiarato aperta la procedura richiesta dall’azienda. Maurizio Comand (Fillea Cgil): «Primo segnale positivo, ora va verificato il piano»

SAN VITO. Il tribunale di Pordenone, ieri, ha dichiarato aperta la procedura di concordato preventivo richiesta dall’azienda emiliana Newcom, che ha sede operativa e principale a San Vito al Tagliamento. Evitato il fallimento, per i sindacati è una prima, buon notizia in attesa dell’incontro con i creditori.

Sono trentacinque, i dipendenti dell’azienda, che ha lo stabilimento nella zona industriale Ponterosso, col fiato sospeso. Il 10 dicembre 2012 si era aperta la cassa integrazione straordinaria e il 25 gennaio successivo l’azienda (produce barre in laminato postforming, in nobilitato preforming, ante e piani finiti per i settori cucina, ufficio, bagno e camerette), aveva depositato il ricorso per il concordato.

La crisi ha colpito, come in diverse aziende del settore, sul fronte della liquidità e del credito, più che della mancanza di lavoro. Circa la metà dei dipendenti continua a lavorare, seppure pochi giorni a settimana. Il 30 aprile scorso, nel termine assegnato (poi prorogato) dal tribunale, la debitrice ha presentato proposta e piano per l’ammissione al concordato.

Lunedì era il termine ultimo per far pervenire ulteriori allegati. Il tribunale, riunitosi ieri in camera di consiglio con i giudici Francesco Pedoja (presidente), Martina Gasparini e Francesco Petrucco Toffolo, ha ritenuto che sussistano gli estremi per l’ammissione della proposta. La documentazione appare fornire «attestazione sufficiente circa la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano, nonchè circa la maggior convenienza dell’ipotizzata continuità aziendale al fine del soddisfacimento dei creditori». Il tribunale ha dunque dichiarato aperta la procedura di concordato (la formula della continuità aziendale consentirà di proseguire nella produzione), nominando commissario giudiziale la ragioniera Daniela Di Pauli, con studio a Pordenone.

I creditori sono stati convocati l’8 luglio per vagliare la documentazione e l’eventuale approvazione. L’azienda ricorrente dovrà depositare un terzo delle spese della procedura, 35 mila euro, entro dieci giorni dalla comunicazione del decreto. «L’apertura del concordato – afferma Maurizio Comand (Fillea Cgil) – è un primo segnale positivo: in questo settore 9 domande su 10 terminano con un fallimento. Ora vanno verificati i contenuti del piano e la risposta dei creditori».

 

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