Nidi di cicogne sui camini, ma il trasloco non piace

Impegnativo spostamento da un vecchio fabbricato. Solo quello sulla quercia, abbassato di alcuni metri, è già stato riutilizzato

FAGAGNA. Spostare da un posto a un altro tre nidi di uccelli può sembrare operazione delicata ma banale. Non quando il cambio “di residenza” riguarda tre nidi di cicogna del peso di diverse decine di chilogrammi e posti a qualche decina di metri dal suolo. Un’operazione che è avvenuta sabato scorso a Fagagna nell’area di fronte all’Oasi dei Quadris, il paradiso non solo di cicogne ma anche dell’ibis eremita. A indurre i volontari del centro ad affrontare un’operazione così particolare, il fatto che l’area dove si trovavano i tre nidi è interessata da lavori per cui lì quei tre nidi non sarebbero più stati al sicuro. A spiegare i dettagli della non semplice operazione Enzo Uliana, vice presidente dell’Oasi. «Da molti anni – spiega Uliana – tre coppie di cicogne avevano nidificato in tre diversi punti dell’area di fronte a noi. In quella proprietà un tempo vi era un’azienda che allevava pollame che ora non c’è più. Oggi lì vi sono capannoni abbandonati e una vecchia quercia. Sui comignoli dei capannoni diversi anni fa hanno costruito i nidi due coppie di cicogne. Un nido è stato realizzato anche sulla parte alta della vecchia quercia. Qualche mese fa tutta l’area è stata acquisita da un’azienda che si occupa di agraria. Nell’area dismessa di fronte all’Oasi sono così iniziati i primi interventi. «Abbiamo visto – spiega ancora Uliana – che alcuni operai hanno iniziato le operazioni di rimozione dell’eternit dai tetti. Abbiamo contattato la proprietà che si è subito dimostrata disponibile a lasciarci effettuare l’intervento necessario a mettere al sicuro gli animali. Un imprenditore di Villanova di San Daniele, Diego Perosa, ci ha messo a disposizione il suo camion gru con braccio più lungo. Poi – prosegue Uliana – abbiamo richiesto l’intervento di Pietro Monaco, esperto per la manutenzione della quercia: la parte dove la coppia di cicogne aveva fatto il nido era secca e pericolante. Da qui la necessità di abbassare il nido ai rami vivi posti più in basso».

Sabato i volontari hanno lavorato per circa 6 ore: i nidi sono stati spostati uno sulla cesta “portanidi” sulla cabina Enel dell’Oasi e l’altro su un traliccio Telecom. Il terzo è stato spostato dai rami ammalorati a quelli sani più in basso. «Durante i lavori – ricorda Uliana – i sei grossi pennuti sono rimasti fermi nel campo vicino a guardare quello che stavamo facendo. Gli occupanti del nido sull’albero si sono subito ambientati, gli altri invece non hanno accettato ancora il “trasloco”. E domenica erano già al lavoro sui loro ex-comignoli per rifare casa. Sarà quindi necessario provvedere al più presto ad abbattere almeno i due camini affinché le cicogne, davanti all’evidenza, si rassegnino adattandosi alla soluzione».

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