Niente più prelievi durante la notte ai Postamat: così si corre ai ripari contro gli assalti

Niente più prelievi dai Postamat dopo la chiusura degli uffici postali. È la misura che Poste Italiane ha introdotto in provincia di Pordenone per evitare assalti notturni, che interessano al momento soltanto alcuni erogatori di contante. Ma la misura potrebbe presto essere estesa anche nel resto della regione. A chiedere chiarimenti all’azienda, però, è la Uil Poste.
La sperimentazione è stata avviata da Poste Italiane in Veneto nelle settimane scorse, dove gli assalti notturni agli sportelli sono molto frequenti. L’obiettivo è quello di evitare che i Postamat vengano pesi di mira dai ladri: assalti che, oltre al furto del denaro, causano danni, anche ingenti, alle strutture con la necessità per la società di affrontare costi di ripristino. Ed è capitato che, in occasione di assalti di questo tipo, i danni siano stati tanti e tali da dove chiudere gli uffici postali per le operazioni di sistemazione, con disagi alla clientela.
GLI ULTIMI COLPI AI POSTAMAT IN FRIULI
Per dissuadere dall’assalto allo sportello notturno, prima in Veneto e negli ultimi giorni anche in provincia di Pordenone, è stata adottata questa misura: alla chiusura dell’ufficio postale la cassa del Postamat viene svuotata dal soldi. Se da una parte questo provvedimento serve a dissuadere dagli assalti notturni, comporta che i cittadini non possano più prelevare denaro negli orari di chiusura degli uffici, nelle ore serali o nel fine settimane, cosa che può rappresentare un disagio.
La misura stabilita da Poste, però, non incide su tutti i Postamat, ma su quelli di vecchia generazione (gli ultimi modelli hanno una tecnologia più sicura) e su quelli posizionati in luoghi che potrebbero essere appetibili per eventuali furti.
La sperimentazione è partita già da qualche giorno in provincia di Pordenone per una ragione di vicinanza con il Veneto. In quella regione, infatti, sono stati registrati numerosi assalti notturni ai Postamat e per questo la corsa ai ripari dell’azienda in Veneto è scattata da settimane. Uno stratagemma ideato anche per evitare quello che viene definito “turismo dell’assalto”, perché ai ladri basta spostarsi di pochi chilometri per avere un Postamat a disposizione. Ecco perché nel Friuli Occidentale è stata adottata la stessa misura, che presto potrebbe essere estesa anche a Udine.
Sulla questione c’è il «silenzio stampa – fanno sapere da Poste Italiane – per motivi di sicurezza e per non interferire nelle attività condotte dalle forze dell’ordine».
A parlare invece è la Uil Poste che individua in quella decisione una possibile fonte di disagio per i cittadini. «Noi come sindacato – afferma Paolo Riccio, della Uil Poste di Pordenone – ci stiamo muovendo perché l’azienda chiarisca questa decisione. Se l’ufficio è chiuso e il Postamat non funziona che senso ha?». Riccio sottolinea che la Uil si sta muovendo a livello centrale su questa decisione. Anche perché non è una novità per Poste Italiane una misura così drastica: era stata adottata nel febbraio di tre anni fa in Puglia dopo una serie di assalti ai Postamat. Il provvedimento era rimasto in vigore un paio di mesi, ritirato poi con la decisione di riempire gli sportelli solo parzialmente.
A sollevare dubbi è anche Barbara Puschiasis, presidente di Consumatori Attivi, persuasa che la scelta possa arrecare problemi ai cittadini. «Chiaramente la misura produrrà un disagio per l’utente che utilizza il Postamat proprio per essere più libero. Ci sono persone che prelevano la sera dopo il lavoro o al mattino prima di andarci. Gente che preleva alle 20 alle 21 o prima di andare al lavoro. Ritengo – afferma Puschiasis – che la cosa debba essere risolta da Poste che deve usare presidi di sicurezza utili a garantire anche che il luogo del prelievo sia sicuro. Non è solo il problema di fare saltare il Postamat, ma anche il fatto che il consumatore possa andare allo sportello in totale sicurezza».
Sulla decisione di Poste Italiane la leader di Consumatori attivi osserva che la chiusura dei Postamat «è un problema soprattutto negli orari in cui non c’è il servizio di ufficio. La riflessione da fare è sui presidi di sicurezza, è necessario un rafforzamento su tutti i fronti sia su quello dell’home banking e dei Poste pay sia a livello di prelievi fisici allo sportello».
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