No al fotovoltaico ad Aquileia: il caso finisce in Parlamento

Odg di Rizzetto (Fdi) e interrogazione di Serracchiani (Pd) sul nuovo impianto. La salvaguardia del sito archeologico alla base delle richieste dei due deputati

Francesca Artico
Il sindaco di Aquileia Zorino indica l’area del parco fotovoltaico
Il sindaco di Aquileia Zorino indica l’area del parco fotovoltaico

Il progetto di parco fotovoltaico di Aquileia diventa un caso nazionale. Due gli interventi approdati in Parlamento: quello dell’ordine del giorno depositato dal presidente della commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto di Fdi e l’interrogazione presentata dalla deputata del Pd Debora Serracchiani che porterà il caso nella commissione Ambiente della Camera.

L’esponente dem chiamerà «a rispondere il Governo e la presidente Meloni in particolare su un caso diventato giustamente nazionale. Sono le stesse iniziative parlamentari della maggioranza a convincere che è necessario rafforzare la pressione sul Governo affinché fermi un autentico scempio culturale e paesaggistico».

Si parla del progetto di nuovo impianto per la produzione di energia green della Renantis Italia, con un potenza nominale di 9.989 kWp che si estenderebbe su un’ampia superficie di 210 mila metri quadrati insistente su un’area agricola a elevatissimo rischio archeologico, a ridosso di un contesto ricco di elementi tutelati sotto il profilo culturale e paesaggistico a partire dal campanile della Basilica Patriarcale in prossimità del sito Unesco Area archeologica di Aquileia e Basilica patriarcale, coinvolgendo parzialmente anche la buffer zone a protezione del sito.

«Il ministero della Cultura ha raccolto l’indicazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Fvg ma – precisa Serracchiani – spetterà al Consiglio dei ministri e quindi alla presidente Meloni esprimere il parere definitivo su questa opera.

Il coinvolgimento della filiera del partito del ministro per i Rapporti con il Parlamento pare, evidentemente anche alla maggioranza, non sufficiente a rassicurare abbastanza il territorio».

Il deputato Rizzetto spiega di aver presentato un ordine del giorno al decreto legge Cultura nel quale evidenzia le criticità e le problematiche che andrebbe a determinare la costruzione di un impianto solare fotovoltaico su un’area archeologica del comune di Aquileia.

«L’impianto – dice –, andrebbe ad insistere su un’area a elevatissimo rischio archeologico, in prossimità del sito Unesco di Aquileia e della basilica patriarcale.

Il progetto è stato approvato nelle scorse settimane dalla Regione Fvg, ma ha ottenuto parere negativo dalla Soprintendenza Abap del Fvg, proprio per il rischio archeologico elevato e l’incompatibilità paesaggistica del progetto con il contesto culturale e naturale di Aquileia.

Contrari alla costruzione dell’impianto anche il Comune di Aquileia, che aveva già espresso parere negativo in sede di Valutazione impatto ambientale, e il ministero della Cultura. Il mio odg – conclude Rizzetto – impegna il Governo a valutare ogni iniziativa affinché non si proceda alla realizzazione dell’impianto energetico di Aquileia su un’area a evidente rischio archeologico, che deve essere tutelata e salvaguardata. Ringrazio i colleghi Emanuele Loperfido e Nicole Matteoni per aver sottoscritto l’ordine del giorno».

Soddisfazione viene espressa anche dal consigliere regionale di Fdi, Igor Treleani, che afferma di «essere felice che l’intera “filiera” di Fratelli d’Italia si è attivata immediatamente a salvaguardia della città patriarcale.

Dal ministro Luca Ciriani al deputato Walter Rizzetto, al territorio, tutti si stanno impegnando a salvaguardare un sito di inestimabile valore, del quale si sta anche interessando il ministro della Cultura Alessandro Giuli».

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