«No alle incursioni preelettorali»

Il direttore della Caritas, che gestisce la mensa diocesana “La Gracie di Diu” di via Ronchi, ha inviato una lettera al giornale per spiegare la sua versione dei fatti
ANTEPRIMA UDINE 28 MARZO 2003. DON LUIGI GLOAZZO CARITAS. TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA UDINE
ANTEPRIMA UDINE 28 MARZO 2003. DON LUIGI GLOAZZO CARITAS. TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA UDINE

Stimato direttore del Messaggero Veneto,

in quanto direttore della Caritas, che gestisce la mensa diocesana “La Gracie di Diu” di via Ronchi, ho il dovere di fare un commento all’articolo che il giornale ha pubblicato il 2 aprile a pagina 20. Non sono a conoscenza se l’articolo sia stato scritto da un giornalista del suo quotidiano o preconfezionato da un addetto stampa del candidato sindaco signor Adriano Ioan.

E’ mio dovere fare queste precisazioni. La prima è che il candidato era stato invitato con rispetto e chiarezza a non scattare foto all’interno degli spazi adibiti alla mensa diocesana. Questo per un sano rispetto degli ospiti e per una normativa dello Stato italiano che tutela la privacy delle persone in grave marginalità ospiti nelle strutture private e pubbliche.

Di questo avevamo parlato con i giornalisti anche in occasione della visita natalizia di mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine. In quell’occasione sono stati più rispettosi dell’addetto stampa del summenzionato candidato sindaco. In secondo luogo, per nulla secondario, le ricordo che le persone hanno un nome, una dignità e vengono accolte come tali e non come “poveri”. Il titolo del servizio giornalistico, lei sa che le parole veicolano sempre visioni culturali e valoriali, poteva essere più attento e non trasformare le persone in categorie buone solo per uno spot elettorale.

Se un candidato sindaco vuole giustamente conoscere la realtà delle persone in difficoltà non va alla mensa diocesana senza prima aver dialogato con chi si è preso l’impegno doveroso di accogliere le persone e di metterle in quella rete che non si preoccupa solo di assisterle, ma anche di aiutarle a trovare una strada per rimettersi in piedi. Vorrei, da cittadino e credente, suggerire al signor candidato e a tutti i candidati, che non si dovrebbero fare operazioni di autopromozione ad captandam benevolentiam con visite spot e fotografie sui giornali, mostrandosi paladini delle persone in difficoltà. Chi ha “respirato un clima familiare, quasi domestico, ascoltando dalle persone storie di infinita drammaticità” non può trasformare la sua strumentale presenza in un’incursione preelettorale.

Don Luigi Gloazzo

direttore Caritas diocesana

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