«Noi di Cospalat, personaggi scomodi»

Parla Lucio Cisilino, di Pantianicco e socio del consorzio: ecco perché è stato fatto fuori chi si batteva contro il sistema
ANTEPRIMA Udine 19-settembre-2004 INTERVISTE SULLA MANIFESTAZIONNE FRIULI DOC Alcuni esercenti intervistati da un giornalista del Messaggero Veneto LUCIO CISILINO
ANTEPRIMA Udine 19-settembre-2004 INTERVISTE SULLA MANIFESTAZIONNE FRIULI DOC Alcuni esercenti intervistati da un giornalista del Messaggero Veneto LUCIO CISILINO

MERETO DI TOMBA. «Io mi faccio e faccio a tutti questa domanda: sono solamente le bovine degli allevatori aderenti a Cospalat ad aver mangiato il mais con le microtossine? Perché è stato preso unicamente di mira Cospalat, e in particolar modo il suo presidente, Renato Zampa? Chi deve rispondere all’interrogativo? I consumatori capiranno, a mio avviso, la montatura che è stata fatta in questa vicenda».

A parlare in maniera così energica è Lucio Cisilino titolare insieme al fratello Valeriano dell’azienda agricola “Il Ranch” di Pantianicco, associato sin dalla sua fondazione a Cospalat, il consorzio finito da giovedì nella bufera dell’inchiesta sul latte tossico, che tanto sta facendo discutere e allarmare in Friuli, e non solo.

Un’azienda a conduzione e tradizione familiare quella dei Cisilino che vanta un’attività nel settore dell’allevamento ormai da cinque generazioni. Come hanno vissuto dunque i due fratelli di Pantianicco la difficilissima situazione creatasi con quest’inchiesta così clamorosa?

«Come una calamità - risponde Lucio Cisilino -, come quando viene la grandine, oppure il secco, oppure come è accaduto quest’anno con la pioggia continua. Per noi è una cosa decisa a tavolino. Gli agricoltori sono sempre stati trattati come coloro che sono la causa di tutti i malanni. Loro sono gli inquinatori dell’ambiente, gli avvelenatori dei consumatori...».

Va giù duro l’imprenditore, volto segnato da una geografia di fatica, un po’ cupo e preoccupato, un po’ incerto se dire o non dire. Poi, alla fine, convinto delle sue affermazioni, si lascia andare: «I fatti su cui si basano le indagini, stando alla stampa, si riferiscono al novembre 2012. Ma solo adesso vengono rese pubbliche ed eseguite le ordinanze. Nel frattempo ci sono state le elezioni politiche e alcuni partiti non sono più al governo. Per il caso in questione c’è stato un dispiegamento di forze che nemmeno per Riina o Provenzano si è verificato. Il presidente di Cospalat, Zampa, era un personaggio scomodo alle istituzioni, perché ha sempre combattuto il sistema, per cui bisognava eliminarlo, trovare qualche cavillo per metterlo fuori gioco».

Ma nel punto vendita dei Cisilino, immerso in un mare verde di mais, come è andata in questi giorni?

«Abbiamo avuto una flessione nella vendita di tutti i prodotti. C’è gente che ci riporta indietro il latte, gente che lo ha buttato via, altre persone invece che hanno continuato a consumare non credendo alla vicenda di questi giorni».

«Noi – conclude l’imprenditore di Pantianicco - continuiamo a fare il lavoro di sempre, che è quello di produrre latte sano e genuino. Siamo in attesa che passi la bufera scatenatasi sul settore. Ricordo comunque che il nostro latte è soggetto ai controlli che vengono fatti dall’Associazione allevatori ed è sempre stato a norma. Bisogna che la gente capisca che se il latte fosse veramente non a norma sarebbero stati chiusi tutti gli spacci con il conseguente ritiro del latte stesso. Ma così non è stato».

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