Nome e aspetto ingannano: le bacche di Belladonna possono anche causare la morte

La pianta ha anche un impiego cosmetico ma è tossica per l’uomo: l'ingestione può provocare una diminuzione della sensibilità, forme di delirio, sete e vomito

Una bacca di Belladonna: all'spetto è simile al mirtillo
Una bacca di Belladonna: all'spetto è simile al mirtillo

FORNI AVOLTRI. Attenzione: il nome, l’aspetto e anche il sapore ingannano. Le sue bacche, dal gusto gradevole, sono infatti velenose per l'uomo e l'ingestione può provocare una diminuzione della sensibilità, forme di delirio, sete, vomito, seguiti, nei casi più gravi, da convulsioni e morte.

Un inganno della natura: questo è la pianta di Belladonna, che cresce sporadica nelle zone montane e submontane, fino ad una altitudine di 1.400 metri. Predilige i suoli calcarei e i margini di boschi freschi e ombrosi, come le faggete. Allo stato selvatico è presente in Europa centrale, Africa settentrionale e Asia occidentale fino al Pakistan. In Italia si può incontrare nei boschi delle Alpi e sugli Appennini.

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Si sentono male dopo aver mangiato bacche di una pianta velenosa: tre escursionisti soccorsi sul monte Tuglia
La belladonna è una pianta della famiglia delle Solanaceae: all'aspetto le sue bacche sono simili ai mirtilli, ma velenose per l'uomo

La Belladonna è una pianta a fiore (angiosperme dicotiledoni) della famiglia delle Solanaceae. Il nome deriva dai suoi letali effetti e dall'impiego cosmetico.

Atropo era infatti il nome (il termine può essere tradotto dal greco come immutabile o inevitabile) di una delle tre Moire che, nella mitologia greca, taglia il filo della vita: ciò a ricordare che l'ingestione delle bacche di questa pianta può, nei casi più estremi, anche causare la morte di chi li ingerisce.

L'epiteto specifico Belladonna fa riferimento a una pratica che risale al Rinascimento: le dame usavano un collirio basato su questa pianta per dare risalto e lucentezza agli occhi vista la sua capacità di dilatare la pupilla. Un effetto detto midriasi dovuto all'atropina, che agisce direttamente sul sistema nervoso parasimpatico.

I suoi fiori sono ermafroditi, ascellari e penduli, presentano un calice a 5 sepali e una corolla a 5 petali di forma campanulata-tubulosa e di colore violaceo cupo. L'androceo è composto da 5 stami con antere molto sviluppate, il gineceo da un ovario biloculare con stilo unico e stigma bifido.

La pianta di Belladonna fiorisce nel periodo estivo e l'impollinazione è entomogama (tramite insetti). I frutti sono lucide bacche nere simili nell’aspetto ai mirtilli, di piccole dimensioni, contornate dal calice che, durante la maturazione, si accresce aprendosi a stella.

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