Nominati sei nuovi dirigenti del Comune di Trieste, due arrivano dal Friuli: ecco chi sono

I manager si aggiungono ai 20 in servizio, per cui la dirigenza comunale sale a quota 26, uno in meno rispetto alla previsione organica

TRIESTE. Ecco i nuovi sei dirigenti del Comune di Trieste, selezionati nel quadro del maxi-concorso ottobre-marzo che ha sfornato una settantina tra funzionari e impiegati a rinforzo dell’ente. I manager si aggiungono ai 20 in servizio, per cui la dirigenza comunale sale a quota 26, uno in meno rispetto alla previsione organica. L’inserimento dei sei dovrebbe andare in onda dal 1° luglio.

Come da previsione, si tratta di tre amministrativi e di tre tecnici, tra cui un solo interno. Il “triplete” amministrativo: Gianluca Venier (131 punti), Lucia Tomasi (124,63), Andrea Prodan (105,38). La “triade” tecnica: Barbara Gentilini, Eddi Dalla Betta, Gustavo Zandanel.

Venier aveva a lungo lavorato a Grado, la Tomasi viene da Porcia, Prodan è il dipendente interno che ha fruito della riserva stabilita dal bando concorsuale. La Gentilini (132,50) viene da San Michele al Tagliamento, Dalla Betta (129,50) da Udine, Zandanel (122,69) dalla Regione ma è già passato per gli uffici comunali. Nel febbraio ’23, in seguito alla quiescenza di Giovanna Tirrico, dovrebbe poi entrare Fabio Cipriani.

Con la fine della stagione concorsuale, si riteneva che il direttore generale Fabio Lorenzut procedesse alla revisione della macrostruttura, assegnando gli incarichi dirigenziali e le posizioni organizzative. Ma, come ricorda l’assessore al Personale, Stefano Avian, a rallentare l’operazione è intervenuto il “no” della Corte dei conti al nuovo contratto dirigenziale regionale: tra i rilevi evidenziati l’incremento stipendiale eccessivo e concentrato più sulla parte tabellare che sulla “performance”, la mancanza di un tetto per le cosiddette “grandi professionalità”.

In attesa che l’impasse si scongeli, sarebbero in cantiere alcune modifiche proprio nei ranghi della dirigenza: l’unificazione di Lavori pubblici e Urbanistica, l’abolizione della direzione dei Civici musei e dell’Anagrafe. Ma la sorte del contratto è fondamentale per disporre le “pesature” degli incarichi.

Direl, sindacato dei manager degli enti locali, segue con comprensibile attenzione l’evolversi: «Chiederemo un incontro a Lorenzut - preannuncia il segretario Luigi Leonardi - per capire quali mosse siano in programma sulla macrostruttura, in quanto abbiamo molte criticità da segnalare sul governo della macchina municipale. Ci opporremo agli accorpamenti, perchè non giovano all’efficacia dell’amministrazione, e diremo no alle soppressioni ventilate. Un esempio: parliamo tanto di opportunità turistiche poi smontiamo la dirigenza museale? Con quale coerenza? Il problema è che è vero l’esatto contrario: un ente con 2400 dipendenti avrebbe bisogno di rafforzare la dirigenza, portandola a 33 unità, distribuendola con maggiore razionalità».

Avian spera comunque che a maggio si possa riprendere la “riforma” della macrostruttura. Gli uffici stanno ancora filtrando i recenti concorsuati, perchè alcuni hanno vinto il posto sia come funzionario che come istruttore, quindi vanno fatte scorrere le graduatorie. Un paio di settimane fa sono stati presentati a palazzo Gopcevich i primi assunti, 17 geometri e 7 informatici.

Dopo Pasqua dovrebbe andare in scena un secondo round, questa volta a base di amministrativi: vanno collocati 18 istruttori e 10 funzionari. Senza contare i due conservatori ai Civici musei e al museo del Mare, i tre coordinatori assistenti sociali.

Sempre a maggio l’assessore Avian dovrebbe portare in giunta il regolamento dedicato allo smart working, uno strumento molto utilizzato durante l’infuriare pandemico ma bisognoso di una nuova “codificazione”. Lo stesso Avian avvisa del progressivo ritorno alla normalità nei quadri comunali all’attenuarsi del pressing pandemico: i 4/5 del personale sospeso - un centinaio di addetti in gran parte “no vax” - sono rientrati sul posto di lavoro.

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