Nomine e riforme, l’agenda d’autunno

Oggi il vertice di centrosinistra per la nuova legge su Comuni e Province. In arrivo anche gli incarichi a direttori e manager
Silvano Trieste 31/07/2013 Sala del Consiglio Regionale
Silvano Trieste 31/07/2013 Sala del Consiglio Regionale

UDINE. Le riforme da fare, ma anche le nomine, da quelle dei direttori centrali ai manager delle società Partecipate. La presidente Fvg Debora Serracchiani rimette in moto il centrosinistra dopo la pausa estiva e oggi raduna i segretari di partito e i capigruppo in Consiglio di Pd, Cittadini e Sel, ma anche i consiglieri della maggioranza.

Il percorso da riprendere porta alla condivisione delle riforme, ma ci sono da definire anche gli strumenti operativi per destinare la settantina di milioni al settore produttivo e per l’occupazione, risorse che fanno parte della manovra da 180 milioni approvata in Consiglio a inizio agosto. Sulle nomine, invece, qualche comunicazione arriverà da Serracchiani.

Comuni e patto di stabilità

La prima rivoluzione che il centrosinistra vuole attuare interessa gli enti locali. Il prossimo anno andranno al rinnovo 129 Comuni di cui due, Porcia e Sacile, con oltre 15 mila abitanti, ma anche la Provincia di Pordenone. E proprio il futuro delle Province è uno dei nodi da sciogliere. La presidente Fvg è stata chiara, gli enti intermedi vanno chiusi. Ma il sentiero è in salita.

Nel “decreto del Fare” varato dal governo di Enrico Letta le Province vengono svuotate di competenze, primo passo verso la chiusura, ma in Fvg si attende di capire come applicare le nuove norme. Ancora, quindi, non è dato sapere se la Provincia di Pordenone sarà commissariata oppure andrà a elezioni. Sul fronte dei Comuni, invece, la giunta lavora a un testo unico per le elezioni.

Tra le ipotesi c’è l’abolizione della possibilità di un terzo mandato per i sindaci, possibilità introdotta dal centrodestra nel novembre scorso, appena in tempo per le elezioni regionali e quindi per “eliminare” dalla corsa qualche sindaco-avversario. Un argomento che divide la coalizione, ma anche i partiti.

Ma nel testo unico dovrà trovare spazio anche la doppia preferenza di genere (un voto a un uomo e un voto a una donna) tanta cara al Pd. Il patto di stabilità che blocca le spese dei Comuni è l’altro problema da risolvere, perché gli enti locali chiedono spazi di spesa per circa 114 milioni.

E per il centrosinistra allentare il laccio è una priorità. Il Pd, poi, vuole spingere sulle Unioni di Comuni. I contenuti della riforma, insomma, vanno discussi nel dettaglio e il tempo stringe.

Il valzer dei direttori regionali

La riorganizzazione della macchina-Regione è quasi pronta. Tanto che venerdì dovrebbe ottenere il sì definitivo in giunta, assieme agli incarichi ai direttori centrali, che passeranno da 14 a 12.

È probabile che la presidente Fvg comunichi ai “suoi” le decisioni prese, ammesso che il puzzle sia completato. E che almeno qualche accenno arrivi anche sulle nomine in scadenza per le Partecipate.

Il bis di Santuz in FvgStrade

Nonostante il recalcitrare di alcuni democratici Serracchiani sarebbe decisa a confermare alla guida di FvgStrade il presidente uscente, Giorgio Santuz, almeno fino ad aprile. L’assemblea della società è programmata per il 6 settembre (prima convocazione) e il 9 (seconda).

Paritetica tra Saro e Tesini

I giochi sembrano fatti. E anche in questo caso più di un esponente del Pd storce il naso. Alla Paritetica Stato-Regione sembra destinato l’ex senatore Pdl Ferruccio Saro, ma la nomina non passerà dal Consiglio, così da non rischiare franchi tiratori.

Saro potrebbe essere nominato da Roma, su indicazione della presidente Fvg, mentre dall’Aula passeranno le altre due nomina, una per il centrosinistra e l’altra per il centrodestra. Il nome che circola per il Pd è quello dell’ex presidente del Consiglio Alessandro Tesini, ma l’operazione non è ancora blindata.

Friulia e Finest

È al capolinea l’esperienza di Edi Snaidero alla guida della finanziaria regionale. Le ipotesi per la presidenza portano verso Massimo Paniccia e Cristiana Compagno, con il primo in vantaggio. Finest, invece, sembra pronta per l’ingresso dell’ex onorevole Pdl Roberto Antonione. Ma i conti vanno fatti anche con il democratico Michele Degrassi.

Rispunta il Cda per Villa Manin

L’Agenzia speciale è destinata a Piero Colussi, ex consigliere dei Cittadini. Ma vanno superate le norme introdotte dal fu governo Monti sulle incompatibilità che impedirebbero a un ex di essere nominato prima di due anni. Il centrosinistra cerca una soluzione e immagina anche di ripristinare il Cda al posto dell’attuale amministratore unico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto