Non c’è l’intesa sul premio di produzione, scioperano i dipendenti della Faber di Cividale

Ha aderito il 98% degli oltre 300 lavoratori dell’azienda che produce bombole per gas compressi

Lucia Aviani
I dipendenti della Faber di Cividale hanno scioperato ieri per il mancato accordo relativo al premio di produzione
I dipendenti della Faber di Cividale hanno scioperato ieri per il mancato accordo relativo al premio di produzione

CIVIDALE. Delusa dal «muro alzato dall’azienda» e dal punto morto in cui si trovano trattative «avviate ancora nel mese di febbraio», la quasi totalità degli oltre 300 dipendenti della Faber di Cividale – industria leader nella produzione di bombole per gas compressi – ha aderito mercoledì 15 giugno a uno sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali.

Oggetto della vertenza è il premio di produzione, in relazione al quale non si riesce appunto a raggiungere un’intesa. «Gli accordi interni di secondo livello per i premi di risultato aziendale sono scaduti lo scorso 31 dicembre», spiegano i sindacalisti Pasquale Stasio, segretario di Fim Cisl, e Maurizio Marcon, segretario di Fiom Cgil Fvg, presenti al picchetto promosso dal personale – in astensione dal lavoro nella misura del 98%, tra operai e impiegati – davanti ai cancelli dello stabilimento. «Nel mese di gennaio – ricostruiscono i sindacalisti – avevamo presentato una piattaforma con la richiesta di adeguamento salariale e normativo. Il confronto diretto con i vertici di Faber era iniziato nelle settimane successive, verso la fine di febbraio, ed è proseguito con sei incontri, sfociati nello scambio di bozze di accordo». Fino a quando – due giorni fa, martedì – il tavolo è saltato. «In quell’ultima riunione – aggiungono ancora i rappresentanti dei lavoratori – avevamo chiarito che qualora non si fosse trovata la quadra sarebbe stata imboccata la via dello sciopero, come concordato la settimana passata con l’assemblea dei dipendenti». Di aperture verso le istanze mosse non ce ne sono state e ieri mattina, così, dalle parole si è passati ai fatti: e «l’altissima adesione alla mobilitazione, che ha fermato la fabbrica – evidenziano sigle sindacali e forza lavoro –, dimostra quanto la protesta sia ampia e condivisa». Nelle lunghe ore trascorse dai manifestanti di fronte ai capannoni della Faber, su tutti e tre i turni di produzione, «non sono intercorsi – rileva il fronte dello sciopero – contatti con la proprietà». Il nodo verte, come detto, sulle premialità, «le cui chiavi d’accesso – sottolinea Stasio – sono del tutto incerte: è su questi meccanismi, a nostro avviso inaccettabili, che siamo in disaccordo». Dal 2003, fa presente il personale, «non c’è stato alcun adeguamento salariale», «eppure da allora – si rimarca – questa è la prima volta in cui incrociamo le braccia, a dimostrazione di come il nostro atteggiamento sia sempre stato costruttivo e teso alla ricerca di una soluzione condivisa». «Confidiamo si aprano degli spiragli e si possa giungere a una soluzione al più presto. Diversamente – concludono i sindacati – l’astensione dall’attività lavorativa andrà avanti, con tempistiche e modalità che concorderemo e comunicheremo a breve». Interpellata, l’azienda non ha ritenuto – per il momento – di rilasciare dichiarazioni.

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