«Non chiamateci giostrai ma attrazionisti viaggianti»

Il responsabile del Luna park Europa Gabriele Faccio racconta il suo lavoro. «La nostra lunga storia a Pordenone è merito del rapporto di fiducia creato»

PORDENONE. Non chiamateli giostrai. Un luogo comune che si è diffuso per indicare gli esercenti dei luna park, ma che a loro proprio non va giù. Il nome corretto è attrazionisti viaggianti, come spiega Gabriele Faccio, responsabile del Luna park Europa, appena sbarcato a Pordenone. Lo incontriamo alla vigilia dell’apertura. Nel parcheggio della Fiera l’atmosfera è calma e allo stesso tempo laboriosa. Si montano gli ultimi pezzi e si puliscono le giostre: nel pomeriggio arriverà la commissione tecnica per i collaudi.

La sicurezza è importante, e Faccio lo lo sottolinea orgogliosamente. «Abbiamo una lunga storia qui a Pordenone, e non c’è mai stato un incidente. È anche questo – continua – uno dei motivi per cui siamo riusciti a creare un rapporto di fiducia con la Fiera, che ringraziamo per l’impegno nella riuscita del luna park».

Inoltre Faccio punta i riflettori sull’altro lato della sicurezza: «Qui da noi pericoli o criminalità non esistono. Facciamola finita con il luogo comune dei giostrai. Tra di noi, quello con le fedina penale più sporca ha una multa per eccesso di velocità. Il nostro interesse – aggiunge – è che le persone si divertano in modo sano, all’aria aperta, e in sicurezza per i ragazzi.

Li controlliamo noi, nel nostro luna park c’è sorveglianza continua. E se dovesse succedere qualcosa siamo in contatto diretto con la polizia». Il luna park per Faccio è più di un lavoro, è la sua vita. E la passione per questo mestiere emerge quando gli si illuminano gli occhi, raccontando la storia della sua famiglia. Il nonno, negli anni 30, aveva la prima concessionaria Lancia a Padova, «ma aveva le mani bucate e ha dilapidato il patrimonio. Così ha comprato una giostra di cavalli, ed è cominciato tutto».

Con Pordenone il rapporto della famiglia Faccio è molto stretto. Nel luna park sono passate intere generazioni. Basti pensare che è arrivato per la prima volta nel 1947, nella zona dell’ex macello (dove oggi c’è il tribunale), per poi spostarsi in viale Libertà, dove adesso c’è la chiesa del Beato Odorico. Nel 1949, le giostre dei Faccio sono state installate alla prima edizione della Sagra del vino di Casarsa, e da quella volta sono un pilastro della manifestazione.

Molti pordenonesi sono affezionati a Gabriele. «C’è chi conosco da quando era ragazzino e oggi mi presenta i suoi nipoti – commenta – e chi ancora mi ringrazia perché ha conosciuto sua moglie nel nostro luna park. Certo – scherza – c’è anche chi mi maledice per questo». Forse è proprio questo il sale della vita per i gestori dei luna park, che non riescono a fare a meno del contatto con il pubblico, come confermano Gabriele e il suo collaboratore Guglielmo: «Siamo nati facendo questa vita, e ci piace. Lavoriamo sempre, tranne qualche mese in inverno, ma c’è anche chi sta sempre in giro».

Una passione e una dedizione per il lavoro che va oltre la crisi. «Gli incassi sono diminuiti anche del 50 per cento – sottolinea Faccio – e si vedono le famiglie costrette a fare scegliere una giostra sola ai figli, quando anni fa le provavano tutte. Per fortuna la voglia di divertirsi non è sparita».

Una voglia che non cambia con il passare delle stagioni. Perché ci sono giostre eterne, come i seggiolini, meglio conosciuti come “calci in culo”, che non passano di moda neanche con l’avvento dei nuovi giochi. Con questa edizione, il luna park sbarca anche sul web. Sul sito www.lunaparkeuropa.com si possono trovare tutte le informazioni e scaricare le promozioni. Una volta nel parcheggio della Fiera, però, come sottolinea Faccio, il divertimento è garantito per una sola fascia di età: «Quella da 1 a 90 anni».

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