Non solo librerie e negozi per bimbi: da martedì 14 aprile riparte anche la filiera del legno - L'elenco completo delle attività

Non ci sono solo le librerie, le cartolerie e i negozi di abbigliamento per neonati e bambini e alcuni studi professionali. Tra le attività di un certo rilievo che riaprono i battenti, da martedì, vi è (almeno parzialmente) la filiera del legno che in regione rappresenta uno dei più importanti settori del manifatturiero con un fatturato annuo di oltre 3,5 miliardi di euro e un export pari a 1,6 miliardi.
È stato sbloccato infatti il codice Ateco 16 che recita “industria del legno e dei prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili), fabbricazione di articoli in paglia e materiali di intreccio”. Una novità importante, dunque, che ha suscitato commenti positivi da parte dei rappresentanti della filiera.
Si riparte dunque dal legno. È un primo passo verso il riavvio del comparto, che non vede ancora compresi l’arredo e le costruzioni, altri due pilastri dell’economia friulana. Ma il segnale è comunque positivo, come afferma il direttore del Cluster legno arredo Carlo Piemonte. «Con il riconoscimento dell’Ateco 16 relativo alla fabbricazine di prodotti in legno, a cui fanno capo centinaia di aziende nei distretti di Brugnera e del Manzanese, si rimette almeno in moto l’economia del legno a cui lavoriamo da anni e che possiamo rafforzare. Un’industria che porta occupazione in varie aree della regione, in particolare la zona montana».
Costante il dialogo con la Regione, con cui il Cluster lavorerà ancora con più intensità per il reperimento dei dispositivi di protezione individuale per le piccole e medie imprese; le piccole aziende, infatti, fanno difficoltà a dotarsene e quindi avranno tutto il sostegno concreto del Cluster. «Stiamo lavorando assieme, il progetto sistema Fvg va avanti – chiude Piemonte –. Ci attendiamo, però, che presto nella lista compaiano anche l’arredo e le costruzioni».
«Bene l’apertura di una parte del comparto, ma l’arredo e l’edilizia sono i settori trainanti – precisa il presidente del Cluster Franco Di Fonzo –. La preoccupazione è che se si arriva fino a maggio si mette in forse la ripresa delle aziende, che non potranno lavorare a pieno regime. Una volta persi ordini e clienti, infatti, non si avrà la possibilità di utilizzare tutto il personale attualmente impiegato. Più tardi apriamo e più difficilmente i lavoratori, purtroppo, ritroveranno collocamento».
«Il comparto legno nella nostra regione rappresenta una buona quota del manifatturiero – commenta Marco Vidoni, presidente nazionale Assolegno con delega settore Legno in Cda del Cluster, assieme ad Alessandro Calcaterra –. Il messaggio è quindi positivo per tutti: si riparte producendo e fatturando, con effetto domino sull’intera filiera. Questo è il risultato degli sforzi delle associazioni, di cui il Cluster regionale è un ottimo coordinatore, che hanno svolto una buona attività nello sensibilizzare il governo. Ci si augura che questa piccola ripartenza si allarghi rapidamente a tutto il settore dell’arredo, le cui aziende, ancora prima dello stop imposto, si erano organizzate con i protocolli di sicurezza dettati da Governo e parti sociali. Anzi, con il progetto del Cluster “Welcome Area”, nella nostra regione le misure per la tutela dei lavoratori (primo patrimonio delle aziende) sono ancora più stringenti».
Come detto anche in Friuli Venezia Giulia per alcune attività, però, la ripresa sarà possibile già dopo Pasqua: nella conferenza stampa il premier ha parlato di librerie, cartolerie e di “negozi per neonati”, ma in realtà – secondo l’elenco presente nel testo del nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri – la lista delle attività è più ampia. Riapriranno anche gli studi professionali di architettura e ingegneria.
In regione, secondo una prima stima della Camera di commercio Pordenone-Udine, le attività di silvicoltura sono 375 con 574 addetti, il commercio di carta, cartone e articoli di cancelleria vede 65 aziende attive con 180 addetti, il commercio al dettaglio di libri occupa 268 persone in 116 negozi e infine il commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati vede impegnati 242 addetti in 116 attività.
Per tutte le imprese e gli esercizi commerciali aperti, ci saranno regole molte severe da rispettare poiché, come spiegato chiaramente dal premier Giuseppe Conte, per tutti quanti ci sarà una nuova organizzazione del lavoro tale da garantire la ripresa nella massima sicurezza per i dipendenti e per i cittadini, visto che sarà importante mantenere l’indice R0 (l’indice di contagio) sotto il valore 1.
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