Non sottrasse la nipote: assolta in Appello la sorella di Manduca
BASILIANO. Condannata (per una sola delle due accuse) in primo grado e assolta (anche per l’altra) in secondo: il destino giudiziario di Viviana Manduca, 27 anni, sorella di Vincenzo, il macellaio di Santa Sofia di Forlì condannato all’ergastolo per l’omicidio di Lisa Puzzoli, sua ex compagna e madre della loro bambina, è stato ribaltato nei giorni scorsi dalla Corte d’appello di Trieste.
La ragazza, alla quale il gup di Udine aveva inflitto 10 mesi e 20 giorni di reclusione (pena sospesa) ritenendola colpevole della tentata sottrazione di minore, ossia della nipotina con la quale si era chiusa in macchina per due ore davanti all’abitazione della madre e dei nonni, a Villaorba di Basiliano, è stata assolta con la formula «perché il fatto non costituisce reato».
L’episodio che le veniva contestato risale al 1° settembre 2012, cioè sei giorni prima del delitto di Lisa, uccisa con nove coltellate sull’uscio di casa, all’età di 22 anni, e risulta ampiamente documentato dal filmato che la stessa Viviana girò con il cellulare dall’abitacolo dell’auto.
Il caso si era risolto con l’arrivo dei carabinieri, ma per quella vicenda la giovane aveva rimediato anche l’accusa di sequestro di persona, dalla quale era stata tuttavia assolta già nel processo dell’anno scorso.
Nell’impugnare la sentenza di condanna, il suo difensore, avvocato Andrea Coluccia, aveva sostenuto innanzitutto che la potestà genitoriale era all’epoca concorrente tra padre e madre della piccola.
L’esperimento giudiziale eseguito in primo grado aveva già dimostrato che la chiusura dell’auto, azionata dall’esterno con il telecomando, rendeva impossibile alle persone all’interno di uscire dalla portiera o abbassare i finestrini.
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