Nonis, l’ultimo vescovo “figlio” della diocesi e pioniere di Bergoglio

PORDENONE. È stato definito «uomo e pastore aperto alla periferia esistenziale». Lo attesta la corrispondenza con Pietro Maso, il giovane che uccise i genitori per averne l’eredità.
Il suo linguaggio ricalcava quello odierno di papa Francesco, sui migranti, ad esempio: «È giusto non dimenticare alcune realtà innegabili. Tutti gli esseri umani hanno pari fondamentali diritti. Nessuno può venir sfruttato, considerato strumento».
Lui è monsignor Pietro Giacomo Nonis (1927-2014) l’ultimo vescovo “donato” dalla diocesi di Concordia-Pordenone.
L’associazione Aldo Modolo edita il volume “Pietro Giacomo Nonis, sguardi su un itinerario culturale” che verrà presentato mercoledì 23 novembre alle 17.30 nell’ex convento di San Francesco di Pordenone nell’ambito di un convegno sulla figura del vescovo e docente.
Il volume si concentra sull’itinerario culturale di don Nonis («così l’abbiamo sempre chiamato») seguendo le tappe dei suoi studi in seminario a Pordenone e alla Cattolica di Milano, dell’insegnamento in seminario, al liceo cittadino e all’Università di Padova, dove oltre a docente ordinario di filosofia della religione fu pro-rettore.
L’associazione Aldo Modolo, sviluppando la ricerca relativa alla storia pordenonese sulla base dei protagonisti della vita civile, religiosa, economica e sociale, tratteggia un personaggio «di grande rilievo culturale, di significativo impegno nella vita della Chiesa non solo locale, di uomo incarnato nel mondo e costantemente impegnato a proporre suoi orientamenti e riflessioni nell’insegnamento, nei libri, nella stampa divulgativa e nella predicazione», ricorda il professor Sergio Chiarotto.
Durante il convegno saranno approfonditi i diversi “capitoli” della sua vita e del suo impegno. Leo Collin presenterà il percorso di vita, di studio, di impegno pastorale sino alla nomina a vescovo di Vicenza; Andrea Battiston una serie di scritti sui suoi legami e sulle ricerche relative a Fossalta, paese natale, dove gli è stata intitolata la biblioteca.
Otello Bosari e Sergio Chiarotto esaminano ricerche e pubblicazioni in campo filosofico: dall’interesse per la cultura italiana del Settecento (Muratori, Concina) sino al testo più famoso dedicato alla “Scepsi etica di Rensi”.
Da tutto questo emerge il legame sostanziale di Nonis con il pensiero tradizionale del mondo cattolico, ma anche un atteggiamento problematico e attento alle esigenze di rinnovamento e di dialogo con il mondo contemporaneo sia in campo socio-politico sia etico e teologico.
Fabio Metz parlerà degli interessi del presule per l’arte, il collezionismo e la valorizzazione del patrimonio; monsignor Antonio Marangoni del patrimonio librario ed etnografico che è stato affidato alla Fondazione Nonis che ha sede a Vicenza.
Nell’ultima parte del volume sono riproposti alcuni articoli de “Il Popolo” laddove “don Nonis” commentava con tono lieve e spesso ironico vicende politiche, sociali, culturali della realtà italiana e locale.
«Un uomo di chiesa, di cultura, incarnato nel mondo», scrive nella prefazione del libro il presidente del sodalizio Dario Pelus: «Abbiamo privilegiato alcuni aspetti importanti del suo itinerario culturale».
Nato a Fossalta di Portogruaro, ordinato sacerdote nel 1950, vescovo di Vicenza dal 1988, emerito dal 2003; premio San Marco 1985, Friul Aquila d’oro nel 1990, medaglia d’oro del ministero della pubblica istruzione per i benemeriti della cultura.
Morì la mattina del 15 luglio 2014 ed è sepolto nella cripta della cattedrale di Vicenza. Fu l’ultimo vescovo “figlio” della diocesi di Concordia-Pordenone.
«La sua – conclude Dario Pelus - è una vicenda del tutto straordinaria, ricca di sorprese, piena di novità e di sviluppi eccezionali: per questo l’Associazione Aldo Modolo ha ritenuto opportuno, quasi necessario, promuovere una ricerca e quindi pubblicare un volume che possa aiutare le nostre comunità a non dimenticare».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto