Note e parole in cima: i rifugi regionali aprono il loro festival

Occasioni d’incontro fra cultura e natura: si parte domenica. Novità nelle gestioni a Rigolato e al celebre Tolazzi di Collina

UDINE. L’estate ha fatto irruzione senza che a mediare con l’inverno ci fosse una primavera degna di questo nome, e la skyline alpina, che sino a ieri sorgeva dalla pianura in livrea invernale, si profila di nuovo grigioazzurra e verde nell’aria tremula. Sotto le vette, qualche superstite festone di neve sospeso sulle cenge sembra un residuo natalizio, o un miraggio figlio della calura.

La montagna spalanca prodiga la stagione delle salite e delle escursioni nei boschi, e piú su, sino alle praterie d’altura e ai balzi di roccia. Piú di 400 sentieri piú o meno in quota, per un percorso dieci volte maggiore – 4230 chilometri, per la precisione – sono solo quelli segnati e mantenuti dal Cai Davanti a chi ama l’andare a piedi si stendono spazi sterminati, e quasi sempre incontaminati.

Gangli e plessi, in questo reticolo che vascolarizza valli e cime, sono i rifugi, presìdi di un territorio ostico a volte, sempre delicato e fragile; punti d’arrivo o di partenza, secondo i gusti. Il ritmo mordi-e-fuggi del nostro vivere li ha resi mete di soste brevi, ma a chi prova a fermarvicisi, può riscoprire l’antica e savia suggestione della lentezza.

L’etimo del termine richiama secoli in cui le terre alte offrirono ricetto e scampo ai fuggiaschi, e mantiene ancora abbastanza intatti significato e valore. Oggi si resiste ad altro, o si cercano protezioni diverse: dalla crisi, che non consente investimenti vacanzieri, dalla canicola che picchia, dell’insensatezza abitudinaria che in certi momenti permea il vivere, e che solo una ragionevole distanza fisica e morale permette di avvertire consapevolmente. Tra l’aspetto ambientale e quello turistico, la funzione del rifugio risulta piú importante di quella dell’albergo, e le istituzioni deputate, così, dovrebbero tenerne conto, avendo un occhio piú attento alle diverse situazioni.

Ci sono infatti località elitarie dove la risacca urbana ha trasformato i rifugi appunto in hotellerie di nicchia, rendendoli accessibili anche ai piú pigri grazie a impianti di risalita ancor piú utili nella stagione invernale, quella che macina la maggior parte del fatturato. E ci sono zone come il Friuli Venezia Giulia, dove l’antico genius sopravvive in rifugi autentici.

Ci si arriva in genere a piedi, una selezione di fatica che premia la qualità, ma riduce le presenze, contate su soli quattro mesi, a partire da giugno. Quest’anno la rete rifugistica regionale fa registrare due novità nelle conduzioni: al “Chiampizzulòn”, sopra Rigolato, Anna Mainardi, già titolare dei rifugi “Antelao” e “Dal Piaz”, prende il posto di Luca Schiavon, mentre il “Tolazzi” di Collina vede l’avvicendamento tra Ettore Fruch e Davide Pesce (ex “Rifugio in città” oasi urbana accanto al duomo di Udine).

Con le aperture è decollata, tra le attività promozionali promosse da Assorifugi, l’associazione di categoria, anche la terza tornata di “Girarifugi”, sorta di “gioco dell’oca” (con raccolta punti e premio finale) tra le strutture in quota di Friuli, Carinzia e Veneto. Le tessere si possono trovare, oltre che nei rifugi aderenti, in tutti gli uffici di Turismo Fvg, anche in quelli costieri.

Avrà invece inizio domenica 30 giugno la XVII edizione di “Note e parole in rifugio”, il cui programma di concerti e incontri si aprirà con “Clima alterato e invasioni di nuove specie: la flora che verrà”, una riflessione sulle trasformazioni in atto nella vegetazione alpina a cura di Livio Poldini, professore emerito all’Università di Trieste.

L’appuntamento è domenica 30 giugno alle 15, al rifugio “Tita Piaz” al passo Pura. Per l’ultimo degli incontri in cartellone, “Panta Rei”, ricordo di Mauro Conighi, l’“Orso della Val di Suola”, programmato domenica 6 ottobre al rifugio Pelizzo, è in fase di realizzazione un cd che verrà presto messo in vendita nei rifugi. Maggiori informazioni in merito a “Girarifugi” e “Parole e note” sono reperibili sul sito www.assorifugi.it.

(l.s.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto