Nozze vip in castello tra gli invitati anche De Gregori

Francesco De Gregori, il “principe” dei cantautori, ieri era in città per il matrimonio del nipote, Tazio, avvocato udinese, che ha sposato il magistrato Maria Caterina Pace, sostituto procuratore a Udine. Teatro dell’intimo rito, celebrato da don Cristiano Cavedon, la chiesetta di Santa Maria in castello. Contrariamente alla tradizione, la sposa, accompagnata dal papà Nicola Maria Pace, già procuratore di Trieste e ora capo a Brescia, è stata puntualissima: una manciata di minuti dopo le 16, faceva il suo ingresso nell’antichissimo luogo di culto. Abito bianco arricchito di tulle e, a cingerle il collo, soltanto un filo di perle che facevano risaltare il sorriso smagliante. Lo sposo, in completo scuro, aveva appuntata al bavero una rosa bianca circondata da un tralcio d’edera, tema della sobria cerimonia. Come testimone, lo sposo ha scelto il padre Luigi, fratello di Francesco De Gregori, anch’egli cantautore e chitarrista (in arte Luigi Grechi, dal cognome della madre: è lui l’autore, fra le altre, della canzone resa celebre dal fratello “Il bandito e il campione” che nel 1993 gli valse il Premio Tenco). La passione di un’intera famiglia per la musica è risuonata durante la liturgia, attraverso la voce e le armonie del coro Juvenes cantores di Plasencis.
«Il vostro - ha detto padre Cavedon nell’omelia - è un modo di intendere la vita, in un’epoca in cui nascono sempre meno bambini e ci si sposa sempre più raramente, voi avete scelto la chiesa. È un inizio di vita apostolica perché senza la presenza di Cristo il matrimonio rischia di non andare bene. Il matrimonio non è soltanto affetto, volersi bene, andare d’accordo e avere figli, ma è un mistero di Dio che si compie nella nostra vita. E le vere che vi scambiate sono un simbolo: l’anello che chiude la bocca di un pozzo. Proprio quel punto è l’incontro fra il cielo, la terra e le profondità. Sono perciò un simbolo che mette insieme i sogni, il cielo e i desideri, persino quelli inespressi».
Alla cerimonia ha preso parte anche Clelia Clocchiatti, nonna centenaria dello sposo Tazio De Gregori e vedova del partigiano Bolla. Negli anni ’30, il capitano Francesco De Gregori (il cantautore si chiama così proprio in omaggio allo zio) fu assegnato all’8° reggimento alpini della Julia e, nemmeno dieci anni dopo, fu trucidato a Porzus insieme ad altri 18 osovani che lui comandava, tra i quali Guido Pasolini, fratello di Pier Paolo. Meno di un centinaio gli invitati chiamati ad assistere a una celebrazione misurata e intima, così come desideravano gli sposi. E l’illustre zio si è tenuto sempre piuttosto in disparte, concedendosi, quasi furtivamente, alle richieste di autografi soltanto a cerimonia conclusa. Dopo le foto di rito, tutti a San Vito al Tagliamento nell’agriturismo scelto dagli sposi per festeggiare.
Michela Zanutto
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto