Nuova bufera nella Lega: “dissidenti” verso l’addio
UDINE. La protesta non è passata inosservata, così come la minaccia di autosospendersi dal partito. Anzi, ha provocato più di un mal di pancia, soprattutto tra gli eletti in Regione. Anche per questo il commissario Fvg del Carroccio, Gianpaolo Dozzo, intende fare chiarezza sulla questione.
Avrebbe potuto lasciar cadere nel vuoto il malcontento espresso nero su bianco da un gruppo di militanti, e invece ha scelto la strada del confronto. Il faccia a faccia tra Dozzo e i firmatari della lettera di disappunto Marco Ubaldi, Diego Bernardis, Bruno Zonta, Adriano Ceccherini, Elisabeth Netzbandt, Michele Zoff e Andrea Fasolo, è stato fissato per martedì nella sede di Reana del Rojale.
Sarà l’occasione per affrontare alcuni dei temi caldi che negli ultimi mesi hanno surriscaldato i rapporti tra i vertici e la base del partito, e che sono costati l’epurazione del segretario Matteo Piasente.
Se Dozzo manterrà la linea “morbida” nei confronti di chi è stato accostato all’indagine sui rimborsi facili durante la scorsa legislatura, senza quindi alcun provvedimento di espulsione (tra i consiglieri regionali riconfermati, a rischio c’è la capogruppo in Consiglio regionale Mara Piccin, per la quale Dozzo ha più volto ribadito che in assenza di un avviso di garanzia non farà nulla), il gruppo di dissidenti è pronto a lasciare il Carroccio.
Si annuncia quindi una nuova bufera nella Lega, dopo qualche settimana di calma apparente (e di lavoro per ricompattare la base). I “dissidenti” hanno le idee chiare: chi ha utilizzato i rimborsi in maniera “leggera” ha tradito i principi cardine del movimento e quindi va punito.
«Questo tradimento, secondo noi – spiegano – comporta la perdita immediata della qualifica di socio militante, proprio per rispetto nei confronti degli altri soci militanti».
Nella loro lettera non hanno usato mezzi termini per dichiarare tutta l’amarezza per il fango che è stato gettato sulla Lega: «I soldi pubblici sono soldi di tutti, soldi anche di famiglie padane e friulgiuliane che non arrivano alla fine del mese. Chi usa soldi pubblici per farsi rimborsare un taglio di capelli non è leghista. Chi usa soldi pubblici per farsi rimborsare una serata in compagnia in albergo a bordo lago non è leghista. Chi usa soldi pubblici per farsi rimborsare un pernottamento in compagnia di due ragazze non è leghista. E potremmo, purtroppo, continuare».
Dozzo sta lavorando per sedare le divisioni, con diplomazia, evitando colpi di testa. La Lega va ricompattata prima che il grande capo, Roberto Maroni, arrivi in Friuli. L’appuntamento è fissato per il 1º settembre a Udine, all’assemblea regionale del Carroccio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto