Nuova centrale a metano a Sant’Andrea
Vuole costruirla la Tei Energy in cui è confluita ElettroGorizia. Gli spazi sono sempre quelli dell’ex impianto finito in Africa

Bumbaca Gorizia 25.03.2017 Centrale elettrica S. Andrea © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Una nuova centrale a gas naturale per la produzione di energia elettrica potrebbe sorgere a Sant’Andrea, alle porte di Gorizia. E, dato curioso, lo farebbe esattamente dove nel recente passato c’era già la centrale ElettroGorizia, che poi è stata smantellata pezzo per pezzo per essere ricostruita in Africa.
Ministero e Via
A pensare al progetto infatti è quella Tei Energy spa nella quale proprio ElettroGorizia è confluita dal settembre 2016. A oggi, è bene specificarlo, siamo ancora nella fase delle ipotesi, visto che il progetto è in stato embrionale. Tanto che né il Comune di Gorizia né il Consorzio di sviluppo industriale ed artigianale di Gorizia – interpellato in proposito – hanno ricevuto per il momento informazioni o documentazione in merito. Eppure un progetto c’è, visto che il ministero dell’Ambiente ha ricevuto da Tei Energy un’istanza per la procedura di verifica di assoggettabilità e Via (Valutazione di impatto ambientale) proprio per l’Installazione di una nuova centrale termoelettrica della potenza complessiva di circa 148 MWt nel comune di Gorizia. La documentazione, che può essere consultata sul sito del Ministero, è stata presentata il 14 dicembre scorso, mentre il 20 dicembre è stata avviata l’istruttoria tecnica e ci sarà tempo fino al 3 febbraio 2018 per la presentazione delle osservazioni del pubblico. In una fase successiva entrerebbero comunque in campo le istituzioni locali, visto che l’autorizzazione per questo genere di insediamenti produttivi arriva dalla Regione che allo scopo convoca una Conferenza dei servizi alla quale vengono invitati gli enti del territorio, tra i quali il Comune, ovviamente.
Il progetto presentato
Tei Energy prevede l’installazione di una centrale termoelettrica della potenza elettrica 74 MW elettrici (e 148 MW termici) costituita da 4 motori endotermici, e ciascuno di loro – come si legge nella corposa documentazione presentata dall’azienda al Ministero dell’Ambiente – “di potenza elettrica pari a 18,4 MWe e potenza termica in ingresso di 37 Mwt”. Le apparecchiature, continua la presentazione delle caratteristiche del progetto, “saranno localizzate all’interno di un capannone, di dimensioni circa 37 metri per 25. L’altezza del capannone sarà di circa 16 metri, considerando gli air cooler che saranno installati al di sopra della copertura”. Ancora, il capannone presenterà una sala di controllo, un locale per i sistemi ausiliari e un locale per i compressori. All’esterno invece, in area pavimentata, ci saranno la linea fumi e i camini (4, dell’altezza di 30 metri), i serbatoi di stoccaggio degli oli lubrificanti e gli appositi bacini di contenimento. Il tutto su una superficie complessiva di 14.430 metri quadrati, quella che appunto era già interessata dalla centrale oggi dismessa, e della quale il nuovo insediamento utilizzerebbe infrastrutture ed allacciamenti minimizzando dunque i nuovi interventi necessari.
La società proponente
A presentare la richiesta e il progetto, come detto, è Tei Energy spa, società milanese costituita nel 2001 (si legge sul sito web dell’azienda) “per sfruttare gli effetti e i vantaggi derivanti dalla deregolamentazione e dalla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica”. Indipendente dal gruppo Trafigura, che la costituì, dal 2007, “nel corso degli anni Tei ha sviluppato la sua attività di trader del mercato elettrico e di fornitore di servizi”. L’azienda vedeva ElettroGorizia spa tra le partecipazioni, prima della fusione avvenuta a fine 2016.
La centrale “africana”
E proprio negli ultimi dodici mesi, come si può leggere anche sul sito web della società, “con il cambiamento in tutta Europa della domanda di produzione termoelettrica e delle rinnovabili Tei ha venduto i suoi due impianti termici di produzione situati in Italia, che sono stati smontati e ricollocati in Africa”. Quello che si trovava a Sant’Andrea pare sia finito in Ghana. La centrale ElettroGorizia fu realizzata una dozzina di anni fa, con un investimento di oltre 30 milioni di euro e, prima della sua attivazione, non poche polemiche e preoccupazioni da parte di molti goriziani. Il “papà” di quella centrale era l’ingegner Giuseppe Fiannacca, e l’insediamento nacque rispondendo alle caratteristiche imposte dalla Comunità europea: centrali di piccola taglia in prossimità delle utenze (città), con alti rendimenti, affidabilità e soprattutto in grado soddisfare le necessità della rete di trasmissione. Il mondo però è cambiato in fretta, complici le nuove tecnologie e le nuove scelte in campo di politica energetica (ad esempio a favore del fotovoltaico), che hanno finito per rendere difficilmente sostenile dal punto di vista economico simili impianti. Resta a questo punto da capire quali saranno i reali sviluppi del progetto, quali le prospettive di sostenibilità e, non ultimo, quale potrà essere eventualmente la reazione di un territorio e dei residenti della zona all’attivazione del nuovo insediamento.
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