Nuova cordata per la Romanello
CAMPOFORMIDO. Per la Cartiera Verde Romanello, chiusa da molti mesi con tutti gli addetti in Cigs, si avvicina l’ora della verità: trascorsa la pausa delle ferie, in prossimità della scadenza dell’assemblea dove i creditori si pronunceranno sul futuro dello stabilimento di Basaldella, l’umore dei dipendenti non è dei peggiori.
A dare credito a voci dell’ultima ora parrebbe che un nuovo acquirente si sia fatto avanti e abbia manifestato interesse a riavviare l’attività. Il condizionale è d’obbligo, in quanto, come riferiscono i lavoratori che si alternano al presidio, «qui le visite si susseguono: c’è chi è interessato a una macchina, chi ad altra strumentazione, chi guarda allo stabilimento nel suo complesso. Abbiamo appunto buone speranze, perché un’ulteriore società pare interessata in modo serio alla cartiera. Auspichiamo che l’intenzione si concretizzi».
E’ intanto continuato l’impegno del presidio. «E’ dura, in piena estate – parole che si sentono nel manipolo dei turnisti volontari -, quando tutti sono in ferie. Ma ci siamo presi questo compito e lo portiamo fino in fondo. Non si può lasciare ora la fabbrica, dopo mesi e mesi di sacrificio per preservare la struttura dai furti o peggio dai vandalismi. La fatica fatta fin qui andrebbe sprecata». Nelle lunghe ore, i discorsi sono sempre quelli: chissà come andrà a finire.
La data fatidica è il 24 settembre: per quel giorno deve essere depositato, nero su bianco, un piano industriale affidabile, approvato dai liquidatori, dai commissari, supportato se necessario dalla Regione, per essere sottoposto al vaglio dei creditori. In assenza di un progetto per il rilancio dello stabilimento, si assisterebbe allo smantellamento della fabbrica, con la vendita per lotti al migliore offerente, al fallimento. Eventualità che pare meno incombente, dopo che una società toscana, come abbiamo riferito, si era resa disponibile a subentrare per rivoluzionare in parte le lavorazioni: non più carta da giornale, che è prodotta da una macchina obsoleta e soggetta alla spietata concorrenza dal Nord Europa, dove l’energia costa molto meno.
L’imprenditore, che opera a Lucca, prospettava per lo stabilimento di Basaldella un impianto di selezione della carta da macero e lavorazione di prodotti cartacei per l’igiene, previa installazione di un impianto per la valorizzazione energetica dello scarto. La Regione aveva mostrato di appoggiare l’iniziativa, che fra l’altro non prevedeva necessariamente la compartecipazione economica da parte dell’ente. Da mesi, questa proposta aveva mobilitato, da parte della giunta Serracchiani, il contatto con i raccoglitori di carta da macero, sia di quelli privati che riferiti all’aggregazione dei Comuni, per sondare la possibilità di creare una filiera della carta da riciclo. Su quel progetto è sceso il silenzio: solo a causa della pausa estiva?
Ora spunta un’altra cordata, come si riferisce in Romanello, disposta a presentare un progetto. In quali termini, non è dato sapere. Quella della cartiera verde è ormai un’epopea: dopo le promesse del “cavaliere bianco” dissolte nel nulla, dopo l’interesse del gruppo toscano (che attende ancora conferma), che sia la volta buona?
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