Nuova offensiva contro i vaccini obbligatori

Comilva affigge manifesti con lo slogan “Fuoco alle polveri”. Il presidente: ci sono dei rischi che i professionisti ignorano

UDINE. Si chiama “Fuoco alle polveri” e il liquido multicolore sul manifesto desidera metaforicamente rappresentare il mix di ingredienti dei vaccini: «Da un lato – spiegano gli organizzatori in un comunicato – molto attraente, dall’altro piuttosto vago e sospeso, considerata l’assenza di qualunque studio scientifico volto a valutare la tollerabilità della quantità complessiva dei componenti nei vaccini».


Comilva, il coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni, lancia la propria offensiva nei confronti delle profilassi obbligatorie con una campagna nazionale di affissioni che a Udine è apparsa in questi giorni in quattro strade della città. “Vaccinarsi è un’azione volontaria non esente da rischi. Informati prima di vaccinare tuo figlio”. Così cita uno dei cartelloni pubblicitari apparso in via Marsala.

Nel comunicato si invita la gente “a fare richiesta dei volantini” alla segreteria dell’associazione, e a “tappezzare le città”. «Divertiamoci nel farlo – continua la nota – affiggendo i messaggi anche nel più piccolo dei comuni. Anzi, forse sarà proprio nel paesino più sperduto che essi susciteranno interesse. Potremmo addirittura esporre un cartello sulle nostre auto o al balcone di casa: perché no?».

Claudio Simion di Sagrado è il presidente nazionale del sodalizio, che vanta 16 mila soci in Italia, tra cui alcune centinaia in Friuli Venezia Giulia, e spiega il perché di questa iniziativa. «Con la nuova legge Lorenzin qualcuno è entrato nell’ottica che il problema sia sparito e che l’argomento sia ormai chiuso – dichiara -. Invece, vogliamo risvegliare le menti, andare a fondo su una questione che è stata troppo a lungo ignorata da tutti. La Regione – continua – ha adottato il buon senso non escludendo nessuno da scuola e posticipando le sanzioni al 10 maggio.

Mi auguro che si apra un confronto anche in altri campi in cui deve essere applicata la legge, senza cercare di fare una caccia alle streghe lasciando da parte le logiche di mercato e tenendo conto dei rischi che i vaccini possono arrecare ai nostri figli, soprattutto a chi ha già avuto reazioni avverse.

Noi vogliamo – continua Simion – una sanità aperta al confronto, non dei medici che sono dei semplici funzionari o segretari che applicano alla lettera la norma. Siamo stufi di essere etichettati come “no vax” solo perché poniamo dei ragionevoli dubbi. A suffragio di ciò portiamo sul tavolo indagini cliniche e chi confuta la scienza, che non è un dogma, non è pro o contro qualcosa ma semplicemente una persona che indaga e vuole saperne di più per tutelare la propria salute».

Mauro Ottogalli, delegato dell’associazione ai “danni causati da vaccini” afferma di seguire centinaia di famiglie in regione che hanno figli che hanno subito effetti negativi dopo le profilassi. «La statistica è di uno su cento, non di uno su un milione come vogliono farci credere – dice -. Noi auspichiamo un approfondimento della tematica e non un muro di gomma da parte della direzione regionale alla salute. Il rischio è che si prendano le cose troppo alla leggera. Per chi ci è passato invece non è così. I danni sono irreversibili e non li auguro a nessuno.

Manca un’informazione adeguata su questi rischi da parte delle aziende sanitarie – aggiunge Ottogalli -. Vogliamo essere ascoltati e non semplicemente firmare degli assegni in bianco quando ci impongono di sottoporre i nostri bambini alle profilassi solo perché c’è una legge dello Stato. C’è una mancanza di rispetto per le opinioni altrui da parte degli enti preposti che sottovalutano i problemi. C’è un accanimento scandaloso che risponde a una politica scellerata.

Si opera solo per raggiungere risultati. Per tagliare il traguardo dell’immunità di gregge che comunque non ci garantisce la totale salute».
 

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