«Nuove aree demolendo le caserme»

TOLMEZZO. «Stop al degrado delle ex caserme, in Parlamento facciano una legge per rendere riutilizzabili quelle aree e restituirle al territorio. Serve una legge che imponga al demanio militare, nel momento in cui una caserma è chiusa, viene dismessa, di rendere agibile, riutilizzabile l’immobile o, se non è possibile, di demolire la struttura e riconsegnare l’area vuota, come l’aveva trovata in origine, ai proprietari iniziali. Se te ne vai, prima mi torni a rendere le aree come erano quando le hai requisite».
Lo sostiene l’assessore comunale tolmezzino Valter Marcon, secondo cui non si possono continuare ad accettare sul territorio, in aree vaste e spesso interne a città e paesi, strutture fatiscenti che un tempo erano caserme.
Per Marcon serve una legge che ristori il territorio di un asservimento che esso ha comunque subìto con la presenza militare, che ha sì creato economia in loco, ma ha allo stesso tempo generato moltissime servitù e condizionato lo sviluppo urbanistico anche della sua città.
Che se ne farà Tolmezzo di 6 ettari occupati da due caserme chiuse? È l’interrogativo sempre più pressante alla notizia che i primi militari del 3º Reggimento artiglieria da montagna lasceranno la caserma Cantore già dopo metà dicembre per raggiungere Remanzacco, altri li seguiranno in primavera e così via fino alla definitiva chiusura della Cantore, che occupa un’area di 4 ettari.
La Cantore sarebbe la seconda caserma tolmezzina a chiudere, dato che nel 1992 chiuse già la Del Din, un’area oggi inutilizzata di 2 ettari. Della Del Din Marcon dice: «La situazione di degrado della Del Din potrebbe anche portare il sindaco un giorno, in extrema ratio, se ci sono pericoli per l’incolumità pubblica, a richiedere, con un’ordinanza ben motivata, al demanio militare la messa in sicurezza e la demolizione». Un precedente, quello della Del Din, che non fa ben sperare per il futuro della Cantore, dove la questione è ancora più complessa dato che di essa va assolutamente salvato palazzo Linussio, il suo salone d'onore, i suoi affreschi. E anche in questo lo Stato che all’epoca la requisì dovrebbe oggi dare risposte precise.
Tornando alla Del Din, Marcon osserva che quella occupata dalla caserma, costruita nel ’39, poteva essere la miglior piana della città. Invece ricevere oggi «la Del Din così com’è – dice – significherebbe spendere centinaia di migliaia di euro solo per lo smaltimento del materiale delle demolizioni».
Le servitù, per lui, sono state un peso per lo sviluppo del territorio, sviluppo che poteva anche essere diverso. Il 3º Reggimento è l’ultima presenza fissa dell'Esercito in Carnia. I militari se ne andranno, ma resteranno le servitù, resteranno i poligoni militari. «Quante servitù militari – chiede Marcon – ha la Carnia? Pensiamo per esempio al Bivera o al poligono nei Rivoli Bianchi. Ormai è certo che i militari se ne vanno e la beffa che torneranno qui per tirare ai Rivoli Bianchi, sul Bivera, lì continueranno a venire».
Tanja Ariis
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