«Nuovi negozi non portano più occupazione»

Il punto di vista dei sindacalisti a fronte dell’apertura del Penny, sesto supermercato in città

CORDENONS. Giovedì, a Cordenons in via Sclavons, aprirà al pubblico il nuovo Penny Market, mentre domani è in programma una cerimonia d’inaugurazione riservata alle autorità. Il discount che fa capo alla Rewe, il colosso tedesco della distribuzione, è il terzo negozio che il marchio ha aperto in provincia di Pordenone, dopo quelli a Porcia e Fiume Veneto.

Per il territorio di Cordenons, si tratta del sesto supermercato: la cittadina è infatti servita da Coop Nord Est, A&O, Lidl, Visotto ed EuroDespar. Il Penny sarà però l’unico, per il momento, a garantire l’apertura da lunedì a domenica compresa dalle 8 alle 20, laddove Coop ed Eurospar tengono aperto sì la domenica, ma soltanto al mattino. Ci si prepara quindi ad un aumento della concorrenza, in un territorio di 20 mila abitanti che da diversi anni gravita in buona parte verso il centro commerciale Meduna di Pordenone. Per Beppino Nosella, segretario provinciale di Conflavoratori, a livello occupazionale l’apertura del Penny è una boccata d’ossigeno solamente all’apparenza. «E’ vero – dice il sindacalista –, che nuove aperture equivalgono a nuovi posti di lavoro (8 nel caso del Penny), ma anche ad un aumento della concorrenza a danno di chi da anni cerca di consolidare quelli che ha». La torta, in altre parole, è troppo piccola. «Ciò succede – aggiunge – tanto più in presenza di catene distributive straniere come la Rewe, che hanno una politica mercenaria del territorio».

A Porcia, la chiusura nel 2012 del supermercato Billa, anch’esso un marchio Rewe, insegna. A Cordenons, la riflessione serve per il futuro e chiama in causa, secondo Nosella, anche il Comune. Da un’indagine di mercato condotta dall’amministrazione comunale in vista della redazione del piano della grande distribuzione, sarebbero ancora sei, le zone in città che fanno gola agli imprenditori, mentre è a buon punto la costruzione di un settimo supermercato in via Maestra, di fronte alla Coop.

Per Mauro Agricola, segretario provinciale di Uil Tucs, è l’effetto del decreto Salva Italia del 2011, che ha previsto la liberalizzazione totale del mercato. «Aperture come questa del Penny in territori già saturi – dice Agricola – non ci stupiscono più. E’ compito della politica nazionale e regionale intervenire». Per Nosella, anche i Comuni possono fare il loro. «Devono però – sottolinea – abbandonare visioni campanilistiche e interessi economici. Attraverso piani regolatori che limitino le aree di insediamento, e piani della distribuzione che considerino la situazione dei punti vendita a livello non solamente comunale, bensì provinciale – suggerisce il sindacalista –. Le amministrazioni dovrebbero rendersi conto che, come nel caso di Cordenons, in termini occupazionali è una follia favorire l’apertura di nuovi punti vendita, quando a pochi chilometri c’è un centro commerciale che sta mettendo in sofferenza quelli più piccoli».

Milena Bidinost

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