Nuovi Ogm di Fidenato a Colloredo: «Coinvolti in una ricerca europea»
UDINE. È tornato alla carica. Giorgio Fidenato ha nuovamente seminato mais Ogm nel suo campo di Colloredo di Monte Albano e poi, come di consueto, si è presentato in Regione per autodenunciarsi. Questa volta, però, la sua sfida alle norme e ai divieti ha una finalità più nobile della pura e semplice commercializzazione.
«Stiamo conducendo una sperimentazione a fini scientifici – spiega il leader di “Agricoltori federati” – e lo stiamo facendo in collaborazione con “Amiga”, un progetto di ricerca europeo al quale partecipano i 28 Paesi Ue. La nostra associazione è stata contattata proprio per come lavoriamo».
L’obiettivo è valutare e monitorare gli impatti delle piante geneticamente modificate in agro-ecosistemi in diverse aree Europee. Ossia, nell’ottica dell’imprenditore agricolo di Arba, smontare, con dati alla mano, i paletti imposti dalla legge italiana.
Fidenato sa che è una scommessa che potrebbe costargli l’ennesima denuncia. Ma, com’è nel suo stile, fa spalluccia e tira dritto. Le semine risalgono al mese scorso e sono state eseguite su un terreno di 6 mila metri quadrati, suddivise per appezzamenti, con la consulenza del biologo e compagno d’avventura Leandro Taboga.
E poco importa se, non appena diffusa la notizia, gli uffici regionali hanno mandato a Colloredo il Corpo forestale per le campionature. Fa parte del gioco: gli esami di laboratorio cominceranno martedì prossimo, nei laboratori dell’Ersa, a Pozzuolo del Friuli, e in base ai risultati la Procura di Udine valuterà se e come procedere nei suoi confronti.
«In una parte del terreno – spiega Fidenato –, abbiamo messo mais Ogm Mon 810 accanto a mais convenzionale, della stessa epoca di maturazione, per verificare il tasso di commisione. In un’altra – continua –, ho riseminato i migliori chicchi scelti dalle pannocchie Ogm del campo di Mereto di Tomba del 2013. Il risultato è mais biotech F2, cioè di seconda generazione: un ibrido nel quale si manifestano i caratteri ancestrali dei genitori, con piante ora alte e ora basse, grosse e brutte. In una parola, agronomicamente non vantaggiose e che agli agricoltori non conviene quindi seminare».
La nuova frontiera friulana passa anche attraverso un trattamento che, a dire dei ricercatori, garantirebbe al mais effetti miracolosi nella cura di diverse malattie. «In pratica – precisa Fidenato –, il mais convenzionale viene energizzato con l’agricoltura omeodinamica che agisce sul flusso genetico».
E poi ci sono le farfalle. «Verranno dalle università tedesche e francesi per osservare dal vivo il nostro allevamento – riferisce l’imprenditore –, che abbiamo migliorato e ampliato e che dimostra come l’Ogm non sia affatto dannoso per i lepidotteri no target. L’esatto contrario di quel che dicono i decreti ministeriali, insomma».
Decreti per i quali, intanto, Fidenato è finito già al centro di diversi accertamenti giudiziari. Proprio ieri avrebbe dovuto aprirsi il processo che lo vede accusato, in concorso con i fratelli Leandro e Luciano Taboga, di violazione dell’ultimo comma dell’articolo 4 del decreto legge 91 del 2014, convertito in legge l’11 agosto 2014. Il processo è stato rinviato al 7 ottobre, per l’assenza del giudice.
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