Nuovi posti di terapia intensiva a Udine: il padiglione d’ingresso diventa un mini ospedale autonomo

Altri 4 letti a Tolmezzo. Raggiunto il raddoppio chiesto dal ministro Speranza. Riccardi: sono stati fatti in 45 giorni anche grazie alla generosità dei friulani

UDINE. In poco più di tre mesi, l’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc), anche grazie alla generosità dei friulani, ha raddoppiato i posti in terapia intensiva e reso autonomo il padiglione d’ingresso dell’ospedale di Udine che, nel caso di nuove pandemie, può diventare un nosocomio autonomo, separato dai restanti spazi di degenza. Ieri il taglio del nastro dei 10 posti letto ricavati nell’ex centro trapianti portando così la dotazione complessiva da 28 a 38. L’investimento ammonta a circa un milione di euro.

«Questo risultato non è venuto per caso, si fonda sulla competenza dei professionisti e degli operatori che sono riusciti ad affrontare con successo l’emergenza sanitaria da SarsCov2». Il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, l’ha sottolineato ricordando che i nuovi 10 posti di terapia intensiva sono stati realizzati in 45 giorno. L’Asufc li ha raddoppiati in tempi di record centrando così l’obiettivo indicato dal ministro alla Salute, Roberto Speranza.

I numeri

Basta scorrere i numeri per rendersi conto dello sforzo fatto in questo ultimo periodo: «A inizio emergenza – spiega il direttore del dipartimento di Anestesia e rianimazione, Amato De Monte – a Udine c’erano 12 posti letto di terapia intensiva ai quali ne abbiamo aggiunti 9 ricavati nelle sale operatorie. Altri 16 erano pronti nel nuovo ospedale».

Di fronte a una pandemia mai vista prima, l’Azienda e la Regione ne hanno realizzati altri 10, dotandoli delle tecnologie più innovative, sopra il pronto soccorso, negli spazi occupati un tempo dal centro trapianti ora situato nell’ex scuola infermieri. «I nuovi posti – sottolinea De Monte – saranno gestiti da anestesisti e pneumologi per rispondere ai bisogni di riabilitazione respiratoria a cui sono stati sottoposti anche i pazienti Covid». Ma non è ancora tutto visto che il progetto di espansione delle terapie intensive arriva fino a Tolmezzo, dove sono stati realizzati altri quattro posti letto.

L’ospedale autonomo

L’aspetto più innovativo del progetto è la creazione di un mini ospedale nel padiglione d’ingresso del Santa Maria che, in futuro, consentirà di fronteggiare eventuali pandemie separando i percorsi dagli altri pazienti. «Il padiglione d’ingresso – continua De Monte – sta assumendo le caratteristiche di un ospedale d’urgenza autonomo».

Può contare sulla radiologia, sul pronto soccorso, su due sale operatorie, sulle terapia intensiva e semintensiva e sulla medicina d’urgenza. Completerà l’opera il trasferimento del Pronto soccorso nel nuovo ospedale. Dicendola con le parole di De Monte, questo padiglione ha tutte le caratteristiche per diventare un trauma center in grado di rispondere a tutte le emergenze. Anche extra emergenza Covid.

L’assessore

«L’ampliamento dei posti di terapia intensiva, accompagnato da una dotazione tecnologica d’avanguardia, porta questa Azienda ad aver aumentato del 50 per cento la disponibilità della terapia intensiva in linea con le direttive ministeriali». Riccardi non si stancherà di ringraziare «tutti gli operatori e i professionisti del sistema sanitario regionale, capaci di patrimonializzare i giorni di vantaggio, sfruttando le conoscenze sul virus che arrivavano dalle altre regioni del Nord colpite per prime dall’ondata».

Ieri, il vicegovernatore l’ha ripetuto all’inaugurazione dei 10 posti letti (realizzati in 45 giorni) di terapia intensiva nel padiglione 1 del Santa Maria della Misericordia. «I nuovi posti letto consentiranno lo sviluppo delle attività di assistenza sub intensiva respiratoria che negli ultimi tre mesi hanno visto lavorare insieme anestesisti e pneumologi, dando vita a un modello di integrazione professionale alla base dei risultati ottenuti nella cura al Covid». Oggi questi posti possono essere destinati non solo ai pazienti Covid, consentendo di attivare percorsi separati rispetto agli altri reparti.

«La strategia – fa notare sempre l’assessore – è quella di alleggerire le attività programmabili negli ospedali spoke lasciando agli hub le attività urgenti e complesse». Tornando ai cento giorni dell’emergenza, Riccardi ha ribadito che «il sistema ha dato prova di grande flessibilità organizzativa, grazie alla quale si è potuto ridisegnare l'intero ospedale per garantire le cure in sicurezza». A questo punto l’assessore ha tracciato altri due obiettivi: «L’implementazione delle risorse umane e la riorganizzazione della residenzialità in quanto «settore destinato ad essere sempre più centrale a causa dell'aumento del numero di persone anziane»

In questa occasione pure il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, ha ricordato al direttore generale dell’Asufc, Massimo Braganti, che a breve il Comune conferirà il sigillo della città all’ospedale Santa Maria della Misericordia. Anche questo è un modo di ringraziare chi ha salvato tante vite umane e continua a farlo.

 

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