Nuovo canile a Udine, al via i lavori: ora serve l’aiuto della gente

UDINE. Posata la prima pietra ora il nuovo Rifugio del cane ha bisogno della generosità di tutti. Il progetto portato avanti con caparbietà dall’Enpa, ma soprattutto dalla sua presidente Elena Reggi, è partito. Sabato la governatrice, Debora Serracchiani, l’assessore Cinzia Del Torre, e il tesoriere nazionale dell’Enpa, Sergio Sellitto, hanno firmato e depositato nelle fondamenta la pergamena.
Un gesto simbolico a memoria dell’inizio lavori che qualifica il nuovo appello lanciato dalla presidente per invogliare la gente a sostenere la costruzione del Parco rifugio. Un progetto che, di fronte all’attuale canile, prevede la costruzione di una struttura innovativa articolata in cinque padiglioni e 30 box per cani. Circa 1,5 milioni di euro il valore dell’opera affidata all’impresa Del Bianco. Senza la determinazione dei volontari quell’opera non sarebbe mai nata.
Al momento non è possibile fare una previsione sui tempi di chiusura del cantiere perché l’Enpa ha a disposizione circa la metà dell’importo. Ai 600 mila euro stanziati dalla Regione ne deve aggiungere più di altrettanti. Da qui il nuovo appello: «Auspichiamo che gli amanti dei cani, come hanno già fatto per l’acquisto del terreno costato 275 mila euro, continuino a donare. Senza il loro aiuto non riusciremo a completare la struttura», sottolinea la presidente nel dirsi certa che la generosità dei friulani non mancherà.
Contribuire alla costruzione del Parco rifugio più grande del Nord-est è facile: sulla causale del bonifico basta scrivere «Parco rifugio» e indicare questo numero Iban IT10L0863112300000000828602 e di conto corrente postale 13147335.
L’aiuto della gente è indispensabile perché il diritto di superficie assegnato dal Comune all’Enpa è scaduto lo scorso mese di marzo. La situazione è stata tamponata con una concessione a tempo valevole fino a maggio. È una corsa contro il tempo che l’Enpa vuole vincere. Al momento l’impresa ha realizzato le fondamenta dei primi cinque padiglioni. «In ogni box possiamo accogliere da 5 a 9 cani, ma nove non ne metteremo mai nove», assicura la presidente nel ricordare che il Parco rifugio è «avvolto su due lati da un parco».
La filosofia dell’opera resta quella di privilegiare il benessere degli animali, gatti compresi. Complessivamente l’Enpa pensa di trasferire nella nuova struttura un’ottantina di cani. In un anno i 40 volontari che garantiscono il servizio, tra cani e gatti gestiscono oltre 250 animali.
«La struttura avrà anche una valenza sociale - insiste Reggi -, vogliamo avvicinare i cittadini agli animali e allontanare la pietà dei cani dietro le sbarre».
L’Enpa da sempre porta avanti la campagna d’adozione dei cani abbandonati. E se gli animali senza padroni sono ancora troppi, la funzione del Parco rifugio è quella di sensibilizzare la gente a rispettare cani e gatti sempre e comunque. Il Parco rifugio sorgerà su circa tre ettari dei 5 disponibili nel terreno acquistato, come detto, dall’Enpa con le donazioni ricevute in questi anni. I padiglioni dove saranno collocati i box dei cani, saranno alternati da viali alberati che renderanno piacevole la passeggiata.
Chi arriverà in via Gonars dovrà avere l’impressione di trovarsi in un parco urbano piuttosto che in un rifugio per animali. Nell’area non mancheranno gli uffici e la sede dell’associazione, i magazzini, l’infermeria, una sala d’attesa per il pubblico e l’ospedale per i gatti positivi.
Oltre alle donazioni, a dettare i tempi dell’ultimazione lavori saranno anche le condizioni atmosferiche perché, come ha fatto notare la presidente, già le piogge dei giorni scorsi hanno costretto l’impresa a rallentare.
L’Enpa va avanti sapendo che il parco rifugio è un’opera al servizio della città e non solo.
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