Nuovo ospedale di Udine, trasloco per Day hospital e Oncologia

Dopo il trasferimento del day hospital ematologico, che è entrato in piena attività nel nuovo ospedale il 9 marzo, nei giorni scorsi è cominciato l’ultimo grande trasferimento
Udine 02 dicembre 2014 nuovo ospedale Telefoto Copyright Petrussi Foto Turco Massimo
Udine 02 dicembre 2014 nuovo ospedale Telefoto Copyright Petrussi Foto Turco Massimo

UDINE. Dopo il trasferimento del day hospital ematologico, che è entrato in piena attività nel nuovo ospedale il 9 marzo, nei giorni scorsi è cominciato l’ultimo grande trasloco che coinvolge il reparto di Oncologia e il day hospital, un’operazione che dovrebbe concludersi entro lunedì. L’intervento ha comportato una riduzione di attività all’interno del reparto che ripartirà a pieno regime da martedì.

A questo punto, per raggiungere l’assetto definitivo nel nuovo ospedale, all’interno del quale lavoreranno 800 dipendenti e che avrà una capienza di 175 posti letto, manca solo l’Ematologia che sarà trasferita nel mese di maggio. L’area degenze integrate Oncologia-Radioterapia e Cure palliative e l’area day hospital del Dipartimento di Oncologia saranno ospitate al secondo e al terzo piano della struttura di nuova realizzazione.

L’attività ambulatoriale, in attesa di una collocazione in prossimità della nuova sede, per il momento resterà all’interno del padiglione 3 “Pennato”, inizialmente al secondo piano, e successivamente al piano rialzato, negli spazi lasciati liberi dal day hospital, per agevolare l’accesso dei cittadini. Al primo piano già ci sono 76 posti letto di degenza ordinaria per il Dipartimento chirurgico, altri 15 posti letto semintensivi e 16 posti letto di terapia intensiva.

Il secondo piano, che già ospita 48 posti letto per Ortopedia e Clinica ortopedica, oltre ad altri 28 per la week surgery, si arricchisce ora dell’area medica day hospital. Quest’ultima è dotata di dodici poltrone e otto letti per la somministrazione dei trattamenti e due letti riservati alla gestione dell’ambulatorio per accessi non programmati indifferibili.

La nuova Area degenze integrate, al terzo piano, avrà a disposizione 22 letti, tutti in stanze singole o doppie con bagno, che saranno riservati a pazienti in fase diagnostica o in trattamento medico oncologico o radioterapico. Nella nuova sede è stata inoltre allestita un’area dedicata alle cure palliative. È stata la Lega Tumori Friuli a finanziarla attraverso la donazione di fondi.

Infine al quarto piano troveranno collocazione l’Area direzionale, gli studi medici e gli spazi per i medici specializzandi della scuola di Oncologia dell’Università di Udine. Sono stati previsti alcuni spazi didattici che saranno gestiti assieme alla Clinica ematologica, per le attività dei corsi di laurea e delle scuole di specializzazione e per le attività formative rivolte al personale.

All’Oncologia udinese si rivolgono ogni anno in media 1.500 nuovi pazienti, un migliaio quelli presi in carico per trattamenti. La struttura è organizzata da molti anni in ambiti specialistici per le diverse patologie oncologiche, collegati a gruppi multidisciplinari aziendali, e svolge un’intensa attività di sperimentazione clinica con una media di oltre 30 studi attivi ogni anno.

Vi lavorano oltre cento persone, tra medici, infermieri e personale di assistenza. Il costo del trattamento supera i sette milioni di euro all’anno, cui vanno aggiunti i costi delle terapie sperimentali. «Il trasferimento in una nuova sede è sempre un momento molto delicato e allo stesso tempo molto stimolante per l’opportunità che offre di ripensare alle attività e cercare di cogliere le occasioni di miglioramento – osserva il direttore Gianpiero Fasola –. L’Oncologia sta vivendo una fase di grande innovazione nei trattamenti e questo rappresenta contemporaneamente una fonte di speranza e una sfida professionale ed etica. Voglio ringraziare le persone che hanno lavorato con me nell’Oncologia di Udine: dalla prima sperimentazione di integrazione ospedale-università abbiamo vissuto anni entusiasmanti – osserva – altri ne verranno; la cosa più importante per il futuro sarà mantenere lo spirito di coesione e l’apertura all’innovazione che ci hanno guidati sin qui. È un lavoro difficile, ma credo che nel nuovo ospedale, insieme, potremo continuare nello sforzo quotidiano di cercare di rendere un buon servizio alla comunità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:sanità

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto