Nuovo ospedale di Pordenone, i reparti si trasferiranno a maggio: il crono programma dei lavori
La prossima settimana nuova riunione coi tecnici. Il direttore Tonutti: «Le verifiche avanzano spedite. Fiduciosi sulla nuova ipotesi»

Ennesima fumata nera sull’avvio del trasferimento dei reparti nel nuovo ospedale: archiviata anche l’ipotesi di partire col piano entro Pasqua. «Nonostante i collaudi proseguano spediti e senza grossi intoppi», hanno chiarito i tecnici, gli interventi da fare sono ancora molti. Non è ancora possibile, a oggi, stimare con certezza i tempi di fine lavori. In un clima caratterizzato da incertezza e preoccupazione, le rassicurazioni arrivano dal direttore generale dell’Asfo Giuseppe Tonutti, il quale incontrerà i collaudatori la prossima settimana «con l’auspicio che venga messa sul tavolo una data utile per partire con i trasferimenti dei reparti». Allo stato attuale delle cose, Tonutti è fiducioso sulla possibilità di avviare il trasloco entro la fine di maggio. Non è nemmeno escluso, ha detto il direttore «che il piano possa subire qualche variazione rispetto all’originale per accorciare i tempi dei traslochi».
Nel frattempo si è riunito il Collegio di direzione Asfo. A fronte dell’incertezza che ruota ancora attorno all’avvio dei trasferimenti, i primari hanno rimarcato le difficoltà con le quali devono confrontarsi ogni giorni lavorando negli spazi attuali. Difficoltà che riguardano anche i pazienti, «stipati in stanze piccole in una struttura che nell’ultimo anno non ha mai visto manutenzione».
Sono passati cinque mesi dal taglio del nastro del nuovo ospedale e una domanda sorge spontanea. Cosa è stato fatto in questi mesi di collaudi e cosa resta da fare? Premesso che i ritardi che si sono verificati sono stati dovuti alle verifiche degli impianti elettrici, passate nelle mani di tre diverse aziende, nei primi mesi dell’anno sono stati completati i test degli impianti gas medicali e le verifiche della rete idrica e degli impianti aeraulici e antincendio. Nelle scorse settimane, invece, sono state ultimate le verifiche degli impianti elettrici al quarto piano della struttura e l’ultima parte del parcheggio interrato. Sono state collaudate le caldaie e la centrale idrica.
Restano in sospeso le verifiche della rumorosità degli impianti di ventilazione e sono in corso quelle dei sistemi di supervisione antincendio, degli impianti elettrici (comprese le alimentazioni di emergenza), della centrale vapore e quella frigorifera. A questo si aggiungono i cogeneratori, il solare termico e quello fotovoltaico.
Il lavoro da fare, come detto, è tanto. Basti pensare che tra le varie componenti elettriche che necessitano di verifiche rientrano 1. 100 quadri, 30 ascensori, 550 chilometri di cavi e 11 mila corpi illuminanti. A questo si aggiunge il fatto che per ogni impianto sono necessari tre passaggi: le verifiche da parte della ditta che ha effettuato i lavori, il sopralluogo della direzione lavori e, infine, quello dei collaudatori. Solo dopo aver ottenuto il parare favorevole da parte di tutti gli attori è possibile considerare la struttura in regola per poter ospitare i reparti, che attendono con ansia di poter usufruire dei nuovi spazi.
Parallelamente ai collaudi, per garantire l’operatività della struttura nel tempo più breve possibile, è in corso anche l’allestimento dei reparti. In questo modo, una volta entrati nei nuovi spazi, i professionisti potranno essere operativi fin da subito. Salvo eventuali modifiche al programma, i primi a entrare nel nuovo ospedale saranno i professionisti della Medicina, a cui seguiranno pronto soccorso, radiologia d’urgenza, medicina d’urgenza, spogliatoio, magazzini, lavanolo e pulizie. La seconda fase vedrà protagoniste le chirurgie, sale operatorie e terapie intensive
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