Nuovo ospedale di Pordenone: il ministro diserta l’inaugurazione, 20 anni di progetti (e polemiche)
La giunta Tondo lo voleva in Comina con project financing, Serracchiani ha scelto l’attuale sito e fondi pubblici. Taglio del nastro per l’opera è stata realizzata tra divisioni politiche che hanno lasciato il segno
Il taglio del nastro del nuovo ospedale di Pordenone, realizzato nel vecchio sito di via Montereale, non mette la parola fine. Forse all’opera sì – anche se il trasferimento dei reparti inizierà solo a febbraio –, non sicuramente alle divisioni. Perché il cantiere milionario resta una ferita politica per il territorio pordenonese. Una cicatrice che il perenne clima elettorale non aiuta a rimarginare.
Le prese di posizione
A confermarlo sarà l’assenza oggi, lunedalla cerimonia – annunciata con la lettera– del ministro di Fratelli d’Italia, Luca Ciriani. A farlo intendere anche le parole dell’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi (Forza Italia): «Dopo anni di lavoro che hanno attraversato anche la pandemia, consegniamo una struttura moderna e importante a Pordenone e al Friuli occidentale. Comunque il risultato di una storia controversa, iniziata con il finanziamento della giunta Tondo, che oggi trova molti presunti padri, non essendone nemmeno lontani parenti».
La pordenone-story
Per capire da dove nasca la situazione di oggi, al di là del clima elettorale (a Pordenone si vota la prossima primavera), bisogna fare più di qualche passo indietro. Il punto di partenza è il periodo 2004–2006, una ventina d’anni da. La giunta Illy, che allora governava la Regione (con Gianfranco Moretton vicepresidente e Lodovico Sonego) decide di ammodernare l’ospedale in sito, realizzando un nuovo padiglione.
Stanzia solo 6 milioni di euro (sui 110 milioni previsti, da coprire con ricorso anche al project financing), destinati alla progettazione. Già allora nasce una una contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, ma anche tra Regione e territorio, all’epoca rappresentato da sindaco di Pordenone (Sergio Bolzonello) e presidente della Provincia (Elio De Anna).
La giunta Tondo
Nel 2008 Renzo Tondo diventa il presidente della Regione, ma la vicenda del nuovo ospedale di Pordenone – sono in corso i cantieri di Udine e Trieste – è affrontata verso fine mandato. Sono anni di contrapposizione tra quanti vogliono un nuovo ospedale completamente nuovo, lontano dal centro città (secondo le indicazioni del decalogo dell’Ospedale per il terzo millennio) e quanti propendono per la la ristrutturazione parziale dell’esistente, per ragioni di costi.
La giunta Tondo sceglie la linea della struttura ex novo che sia competitiva rispetto a Udine e Trieste, ma visti i fondi necessari a realizzarla – 270 milioni di euro stimati allora – opta per la formula della finanza di progetto (costi a carico dell’impresa a fronte di un canone pluriennale pagato dalla Regione). Già allora si fa prepotente il tema controverso dell’ingresso dei privati nella sanità pubblica e questo fa nascere comitati (politicamente trasversali) che con petizioni e manifestazioni si oppongo a quella linea.
Marzo 2013
L’anno chiave è il 2013. La delega regionale alla sanità è passata da Sandra Savino (Forza Italia) a Luca Ciriani (allora Pdl, ma soprattutto assessore di riferimento del territorio). Il presidente della Provincia è Alessandro Ciriani, il sindaco Claudio Pedrotti, indicato dal Partito democratico.
Il 13 marzo – le elezioni regionali si sarebbero tenute ad aprile – si sarebbe dovuto firmare l’accordo di programma che avrebbe dato il via libera alla realizzazione di un nuovo ospedale in zona Comina, dismettendo il sito attuale, senza averne definito l’eventuale recupero. Il sindaco Pedrotti non si presenta e fa saltare l’operazione.
La giunta Serracchiani
Le nuove elezioni incoronano Debora Serracchiani (centrosinistra) presidente e la partita del nuovo ospedale viene rimessa in discussione. Alla fine, nonostante in giunta il vicepresidente sia Sergio Bolzonello – favorevole a un nuovo ospedale su nuovo sito –, la giunta Serracchiani decide di mantenere la linea del sito storico dell’ospedale, realizzando però padiglioni nuovi e mettendo a bilancio la cifra di 150 milioni, senza ricorso alla finanza di progetto.
La giunta Fedriga
La storia degli ultimi sei anni è segnata dalla realizzazione vera e propria, dalla pandemia che ha rallentato il cantiere, da nuove iniezioni di fondi – 50 milioni solo per arredi e attrezzature, senza contare i soldi per la viabilità e quelli che serviranno, circa 20 milioni, per un nuovo padiglione – e da immutate polemiche politiche.
Un passo avanti
Il risultato storico per il territorio di Pordenone e del Fvg – quello di avere un nuovo ospedale di riferimento per l’area vasta, moderno e al passo con le sfide a cui la sanità pubblica è chiamata – non può essere ancora festeggiato appieno. Non dalla politica. Non resta che sperare che il risultato sia comunque apprezzato dai cittadini e da quanti saranno chiamati a operarvi e a mantenere la qualità dei servizi.
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