Nuovo parroco a Madonna di Rosa «Torno da frate dov’ero studente»

Ha 50 anni e a dodici entrò in seminario proprio a San Vito. È il nuovo parroco di Madonna di Rosa, nonché rettore del santuario e superiore della comunità dei frati minori (otto, di cui 6 sacerdoti, un sacrestano e un questuante). Originario di Motta di Livenza, padre Andrea Tommasi è stato per quindici anni parroco alla Madonna del Mare di Trieste – comunità che, presente dal 1926 e strutturata dal 1934, chiude, assieme a quella di Barbana (Grado), per mancanza di vocazioni scarsità di francescani e aumento di quelli molto anziani – e in quella diocesi anche vicario episcopale per la vita consacrata.
Prima messa domenica, alle 10: sarà presente proprio il vicario per la vita consacrata di Concordia-Pordenone, don Giuseppe Grillo.
Padre Tommasi, dunque, è stato per 15 anni nel capoluogo giuliano parroco e “guardiano” (superiore) del convento; prima, era stato viceparroco a Taglio di Po, Legnago, Peschiera del Garda, Roma (durante gli studi alla Lateranense). I luoghi di formazione sono stati, invece, Verona e il Vicentino.
Il frate minore, però, torna da dove era partito: «A 12 anni entrai nell’allora nostro seminario di San Vito al Tagliamento, dove era attiva la scuola media, per completare le scuole dell’obbligo». Poi continuo il suo cammino spirituale a Lonigo (Vicenza), dove ha completato il liceo psico-pedagogico e ha ricevuto la vestizione talare.
Nel 1995 a Verona la professione solenne nell’Ordine dei frati minori della Provincia Veneta e due anni dopo viene ordinato sacerdote. Dicono che il suo hobby preferito sia la fotografia, un tempo su pellicola e ora in digitale. Migliaia di suoi scatti hanno documentato le feste parrocchiali più importanti. Grande lettore e studioso, quando l’impegno glielo permette si concede qualche escursione in montagna, in particolare sulle Dolomiti.
«Sarò a servizio di una comunità che devo ancora conoscere, dove devo coniugare parrocchia e santuario. Ma comincio con lo stesso slogan che portai a Trieste, tratto da un pensiero di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, terziario francescano, di cui è in corso la causa di beatificazione: grembiule e stola. Il grembiule fu l’unico paramento indossato da Gesù durante l’ultima cena: come sacerdote, devo imparare a trasformare la stola – simbolo del ministero ordinato – in grembiule, a servizio del prossimo, degli ultimi. Inoltre, vorrei aiutare i laici e i collaboratori a comprendere che quello che fanno è prezioso e importante».
I frati minori, oltre che a San Vito, ora sono presenti a Gemona, Vittorio Veneto, Venezia, Marghera e Motta di Livenza; a breve torneranno anche a Monfalcone, dove riapre il convento. —
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