Un nuovo ruolo per Udine: cosa attende la città nel 2025
Il rilancio passa dal divenire, in senso ampio, portavoce delle istanze di tutto il territorio del Friuli. E le premesse ci sono tutte
Cosa serve a un singolo individuo, in un momento di generale instabilità mondiale, per entrare nel nuovo anno con animo quantomeno fiducioso, se non proprio positivo?
Senz’altro la serenità di vivere in un contesto sicuro. Di fare parte, cioè, di un’organizzazione sociale capace di garantire una qualità della vita e servizi di livello elevato e di promuovere spazi di apertura e confronto con le realtà contermini.
Il Comune di Udine lo sa e, all’approssimarsi della riesumazione delle Province dalle ceneri della rottamazione del 2016, dovrà sapere cogliere l’occasione per presentarsi alla collettività non più soltanto come città capoluogo e capitale storica del Friuli, ma anche come portavoce di un territorio che, tanto più a seguito della soppressione dell’ente intermedio, sente forte l’esigenza di trovare un interlocutore cui tornare ad affidare le proprie istanze.
Un leader, insomma, autorevole e solido tanto dal punto di vista amministrativo quanto da quello politico, in grado di raccogliere e dare voce alla propria costellazione e di valorizzarne, nel contempo, le rispettive specificità. Ma anche di trasmettere certezze, forte di un dialogo finalmente recuperato anche con i piani alti dei palazzi regionali e che supera le appartenenze partitiche.
Ecco, è questa la sfida che un capoluogo come Udine, nella top ten italiana proprio quanto a qualità della vita e prossima a finire di nuovo sotto i riflettori sportivi grazie a un impianto, lo stadio Friuli-Bluenergy, da primato, dove oltre alle partite di serie A dell’Udinese, il 13 agosto 2025 si giocherà anche la finale della Supercoppa europea, dovrà riuscire a cavalcare e vincere.
Obiettivo ambizioso, ma necessario e, soprattutto, alla portata di chi, come il sindaco Alberto Felice De Toni, ambisca a ritagliare alla città che amministra il ruolo di guida e collante che le spetta. Le premesse ci sono tutte e la disponibilità al dialogo con tutti coloro che, dalle istituzioni alle categorie economiche e agli stessi rappresentanti dell’opposizione, potranno e dovranno partecipare al rilancio di Udine, è stata dimostrata già in diverse occasioni. È il territorio intero ad aspettarselo e dovremo essere noi tutti a impegnarci e contribuire a ridisegnare il presente e il futuro della nostra piccola patria. —
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