“O ce biel ciscjel a Udin” risuona fra le rovine

Tante le esibizioni in “marilenghe” dei gruppi alpini friulani in piazza. Il presidente nazionale Ana, Favero: grazie al Friuli per ciò che ha fatto a Fossa

A parlare sono stati i loro tamburi e le loro trombe, che sono risuonati nella piazze dell’Aquila, in quelle dei paesi vicini e nei conventi.

È scattata ieri sera l’ora delle fanfare alpine che, all’imbrunire, quando una moltitudine di penne nere si è riunita in centro per la deposizione della bandiera di guerra, sono diventate le protagoniste. E si sono esibite un po’ ovunque

Quella degli ex della Julia, un’orchestra di 130 elementi, stasera a partire dalle 18 intonerà “O ce biel ciscjel a Udin”, marciando per le vie dell’Aquila che dopo tanta solitudine si riempiranno di nuovo di gente, poi si fermeranno in piazza per un concerto che, tempo permettendo, andrà avanti ad oltranza. Nel programma ci anche sono pezzi inossidabili come “Stelutis alpinis” e “Vegnin ju i cjargnei de Cjargne”, ma anche classici come “Trentatrè” che accomunano tutti i reparti alpini e poi una lunga serie di marce che daranno il brio necessario.

«Siamo arrivati ieri notte – ha riferito il presidente della sezione udinese Dante Soravito De Franceschi – in gran parte siamo attendati nell’accampamento vicino alla zona dell’ammassamento accanto alla caserma Rossi».

Udine 14 Maggio 2015 partenza ana udine centro Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco
Udine 14 Maggio 2015 partenza ana udine centro Copyright Petrussi Foto Press - Massimo Turco

Sono in centinaia, fra loro diversi gruppi udinesi e i componenti della fanfara, diretta dal maresciallo Pino Costa. Inutile dire che non ci hanno messo molto a organizzarsi con le griglie sulle quali ieri sera arrostivano pezzi di costa e salsicce con polenta. Molti hanno fatto una piccola deviazione a Sulmona per riempirsi di confetti, pronti a serrare i ranghi nel tardo pomeriggio, quando si sono fiondati in campo per l’alzabandiera.

Distaccata a Celano la Filarmonica di Vergnacco, una fanfara da 35 elementi sistemati nella palestra del paese che stasera, diretti dal maestro Gianfranco Badini, si esibiranno sotto il castello. «È presto per fare i conti, ma credo che riusciremo nell’intento di portare qui 1.400 persone fra alpini e simpatizzanti della sezione, nonostante la crisi e l’incognita del maltempo, pare che i vincoli di amicizia prevalgano».

Non sono stati da meno i gruppi della sezione di Palmanova, che si sono organizzati in forze nella palestra in via della Polveriera. «Siamo partiti presto e siamo arrivati alle 15 – ragguaglia il presidente Luigi Ronutti – poi ci siamo sistemati sulle brandine con la nostra fanfara che comprende 45 elementi, qualcuno è rimasto a casa per partecipare a comunioni o cresime, oggi si sono esibiti in piazza del duomo e domani saranno in trasferta mentre il Coro Ardito Desio, con una trentina di elementi, è alloggiato i un convento delle suore».

La corale ieri sera si è esibita nel convento e stasera sarà impegnata in un concerto all’interno di un ospedale per bambini disabili. Oltre alla rassegna dei pezzi classici, intoneranno «Scappa uccelletto».

Hanno invece rinviato la partenza alle prime ore di oggi i gruppi della sezione Carnica. La fermata del pullman a Ovaro è stata fissata per l’1.30, quindi a Tolmezzo, poi la lunga corsa notturna.

«Molti di noi hanno deciso di fare una tregiorni di trasferta – ragguaglia il presidente Umberto Taboga – ma fra noi ci sono anche tanti giovani che hanno impegni di lavoro, così abbiamo ridotto i tempi. Quelli del nucleo di protezione civile si sono già sistemati – aggiunge – io viaggio con i ragazzi del corpo bandistico Val di Gorto di Luincis di Ovaro, per rientrare domenica sera. Sono una quarantina e sono molto motivati – osserva Taboga – ci hanno accompagnati a Pordenone e si sono presi la grandine senza fiatare. Portiamo con noi – aggiorna – sacchi a pelo e brandine che sistemeremo nella palestra del Cus all’Aquila».

Per la sezione di Gemona, che ha trascinato un nutrito gruppo di alpini a Fossa, quella di ieri è stata una giornata commovente. «Siamo arrivati mercoledì sera, ospiti del convento di Santo Spirito e del locale gruppo di alpini che ci ha offerto pranzo e cena – racconta il presidente Ivano Benvenuti –. Fossa è Gemona sono gemellate e fra noi c’è un forte vincolo di amicizia – osserva Benvenuti – nel corso di un incontro ufficiale il presidente dell’Associazione nazionale alpini Sebastiano Favero ha ringraziato noi e tutti gli alpini del Friuli Venezia Giulia per il contributo che abbiamo dato all’Abruzzo. Ci hanno riservato un’accoglienza eccezionale, un gruppo giunto in pullman è ospitato a Scanno e uno si è fermato a Tivoli, ma siamo pronti per ritrovarci tutti insieme» assicura Benvenuti.

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