Obbligo del casco da 35 anni «In moto non per necessità ma una scelta per passione»

Il commerciante Pignolo ripercorre il mondo delle due ruote dal 1986: «Qui più sensibili alla sicurezza e alle dotazioni anche per gli scooter» 
Bumbaca Gorizia 16.03.2021 Gabriele Pignolo @Pierluigi Bumbaca fotografo
Bumbaca Gorizia 16.03.2021 Gabriele Pignolo @Pierluigi Bumbaca fotografo

la curiosità



I motociclisti goriziani? Appassionati, spesso intenditori, e con una buona cultura della sicurezza. Sono passati poco più di 35 anni da quel gennaio del 1986 che sancì la rivoluzione dell’obbligatorietà del casco per legge, e da allora abitudini e comportamenti degli amanti delle due ruote a motori sono cambiati moltissimo. A fornire un ritratto dei centauri goriziani e isontini prova Gabriele Pignolo, dello storico negozio di abbigliamento e accessori per moto “Moto Shop Pignolo”, che in questi giorni si appresta a traslocare dall’attuale sede di via Duca d’Aosta 107 proprio dalla parte opposta della strada, dando nuova vita agli spazi che generazioni di goriziani ricordano con affetto come quelli del negozio di articoli sportivi “Walter Sport”, chiuso ormai da diversi anni.

«I motociclisti veri hanno sempre avuto un occhio di riguardo per la loro sicurezza – dice Pignolo –, ma oggi il discorso si allarga: ci si protegge e ci si veste adeguatamente anche per guidare uno scooter, specie se di potenza importante, che una volta non esisteva o aveva poco mercato, mentre adesso spesso viene preferito alla motocicletta per motivi di praticità in mezzo al traffico e nella vita di tutti giorni». Ecco, proprio su questo aspetto, però, i motociclisti goriziani, visti dal punto d’osservazione di chi ha quotidianamente a che fare con loro, sono un po’ differenti rispetto ai loro colleghi di altre città. «A Gorizia non abbiamo traffico e reali problemi di parcheggio, come invece può accadere magari a Trieste o a Udine – racconta Pignolo –. Per questo chi qui ha una moto, lo fa per passione, non per necessità, e lo dimostra anche l’attenzione con cui sceglie i suoi accessori: diciamo che in assoluto abbiamo numeri di vendite inferiori a quelli di altre realtà per i semplici caschi jet, ma in compenso qui si vendono di più caschi da moto o articoli tecnici di un certo livello, per appassionati o intenditori».

Così anche un 2020 caratterizzato dal segno negativo, a causa della pandemia, la vendita di caschi e abbigliamento per le moto ha tenuto, proprio grazie alla voglia di rimettersi in strada di tanti centauri. Che – certo, meno in questi mesi segnati dal Covid e dalle limitazioni – arrivano anche da oltreconfine, dalla Slovenia o dalla Croazia, dove è più difficile trovare realtà specializzate e fornite. Si punta sullo stile (visto che sempre più la moto diventa mezzo di trasporto per andare in ufficio, con un abbigliamento che deve essere adeguato a tutte le occasioni) ma con la voglia di proteggersi adeguatamente, sfruttando tecnologie sempre nuove. «In generale, anche se le eccezioni ovviamente non mancano, oggi si nota una certa cultura della sicurezza tra chi si mette in sella a una moto o uno scooter – dice ancora Pignolo –. Negli ultimi due anni, ad esempio, è letteralmente esplosa la vendita degli airbag per le moto, diventati accessibili nel prezzo e sempre più prodotto di massa. Forse è anche per questo che, rispetto a una decina di anni fa, sentiamo meno anche la concorrenza dell’e-commerce: la clientela è consapevole di come un casco di qualità o un abbigliamento tecnico possa fare la differenza, e percepisce l’importanza di un consiglio e del rapporto umano che solo un negozio fisico può garantire». —



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