Occultavano patrimoni all'estero, coinvolti il cordenonese e la presidentessa che volevano chiudere Equitalia

Da imprenditore nel settore del fitness a consulente di Federitalia associazione antiusura. Secondo le Fiamme gialle Sante Scian, 49 anni, coinvolto a suo tempo nell'inchiesta per bancarotta della Cds srl, che gestì l'ex Dream village di Cordenons, aveva nell'associazione di Parma un ruolo di primo piano, come Wally Bonvicini, 65enne di Gabrovica.
Le cronache locali riportano i loro nomi nello stesso articolo nel febbraio 2013, quando alla vigilia dell'asta degli immobili privati di Scian e degli altri due imprenditori di Cordenons che avevano fatto da fideiussori e garanti rispetto alla banca per la Cds srl, poi fallita, Wally Bonvicini, presidente di Federitalia (che nel 2012 a Parma si era anche candidata a sindaco) prese le difese dei tre privati, rivelando che si erano rivolti alla sua associazione.Le Fiamme gialle, invece, ritengono che Scian e Bonvicini abbiano creato insieme Federitalia, dirigendo le operazioni e convincendo gli imprenditori in difficoltà ad affidarsi all'associazione e a compiere vari atti illeciti.
Per occultare i patrimoni all'estero degli imprenditori in debito con l'Erario sarebbero stati numerosi trucchi. Secondo le Fiamme gialle Bonvicini e Scian avrebbero indotto gli imprenditori a querelare Equitalia per usura o estorsione (rassicurandoli, nel contempo, della sussistenza dei reati) a indebitarsi ulteriormente con le banche, a non pagare i creditori e a affidare a loro i propri beni, cedendo le partecipazioni societerie a società sotto il controllo della Bonvicini o costituitendo trust e nominandola trustee.In questo quadro il notaio Domenico Rossi di Cairo Montenotte, in provincia di Savona, al quale è stata notificata l'interdizione allo svolgimento di attività professionali, avrebbe consentito la stipulazione degli atti necessari per l'occultamento di patrimoni: costituzione di trust, creazione di società, cessione di quote, affitti di ramo d'azienda.
Fra il 31 maggio 2011 e il 1° ottobre 2013 sono state 39 le querele per usura o estorsione presentate contro Equitalia spa o le sue partecipate. Per la Finanza i querelanti sarebbero stati indotti a sporgere denuncia da Bonvicini e Scian, ai quali si contesta per questa ragione l'ipotesi di reato di calunnia.Le Fiamme gialle ritengono che tali denunce sistematiche fossero finalizzate unicamente a usufruire della sospensione di ogni procedura esecutiva offerta proprio dall'articolo 20 della legge 44 del 1999, ovvero il fondo di solidarietà dedicato proprio alle vittime dell'usura. In tal modo l'organizzazione avrebbe guadagnato il tempo necessario per rendere inaggredibili i patrimoni aziendali, trasferendoli a società estere.
Per questa ragione le denunce sarebbero state proposte per anni di fila, nonostante finissero sistematicamente in un'archiviazione per l'infondatezza della notizia di reato.La Guardia di finanza di Parma rivela di aver accertato che le spese relative alle pratiche aperte dall'associazione e le relative perizie offerte dalla stessa, venivano pagate non all'ente no profit bensì alle società estere intestate ai soggetti indagati e che venivano utilizzate come collettori dei flussi finanziari illeciti.
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