Oggi l’addio a Flaminio Fioritto esperto di biciclette e motori

Barbara Cimbaro / FAEDIS
Sarà celebrato questo pomeriggio alle 16, nella chiesa di Faedis, il funerale dell’imprenditore Flaminio Fioritto, deceduto domenica a 75 anni dopo una vita dedicata al lavoro che tanto amava come riparatore di biciclette e ciclomotori e gestore del distributore di carburanti.
Il suo nome, Flaminio (detto anche “Flame”), gli era stato dato dai suoi genitori perché nato nel 1945 sotto i bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
Quella che ha fatto crescere con passione è una realtà aziendale avviata a metà del secolo scorso prima dal papà Angelo e dallo zio Luciano e poi presa in carico agli inizi degli anni Settanta assieme al fratello Marino e alla moglie Ivana.
Apprezzato autista privato nel trasporto degli alunni delle scuole del comune di Faedis per più di trent’anni, è stato anche una colonna portante dell’associazione nazionale e gruppo alpini di Faedis, nonchè volontario nella Protezione civile.
Gli era stata conferita anche un’onorificenza da parte dell’Afds: nel 1972 iniziò infatti a donare sangue per curare la figlia, appena nata, che si trovava in gravi condizioni di salute.
Fra le tante sue passioni, il tiro a segno con carabina e con il fucile ad aria compressa, ma anche le automobili: a bordo dell’adorata Fiat Primula con altri appassionati compaesani, sia piloti che meccanici, diede vita ai “Diavoli bianchi”, una piccola scuderia di autocross, con sede nei capannoni della OgniStil di Faedis, che gareggiò sulle piste di tutto il Triveneto fino ai primi anni Ottanta.
Fioritto era appassionato anche della Ferrari ed era iscritto al club di Reana del Rojale. Amava stare a contatto con l’aria aperta e il dedicarsi alla manutenzione del bosco di famiglia.
«Flaminio – ricordano con affetto i familiari – era un uomo tenace e fiero, dalla grande abilità manuale nel lavorare il ferro, con un’innata creatività nel realizzare oggetti e opere sempre presenti nel suo negozio e nelle vetrine. Tutti oggetti custoditi con cura che testimoniano la sua bravura e terranno viva la sua presenza». —
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