Oggi l’ultimo saluto alla contessa Zanardi Landi

Scomparsa sabato a 91 anni la madre dell’ambasciatore Nata in Veneto era arrivata in Friuli quasi settant’anni fa
È mancata sabato pomeriggio Mariangela Zanardi Landi di Veano De Faveri Tron, madre dell’ambasciatore Antonio Zanardi Landi. Aveva 91 anni.


La contessa era in Friuli da quasi settant’anni, da quando, ventunenne, si era sposata. Il marito era, allora, da poco rientrato in Italia dopo quasi sette anni di prigionia di guerra in Kenya. Nata vicino a Treviso, a Cornuda, per lei lo spostarsi di 116 chilometri ad Est, oggi un nonnulla, era stato un grande cambiamento: «Credo – ricorda con affetto il figlio Antonio, che il suo cuore, in fondo, fosse rimasto sempre vicino al suo paese, alla fabbrica di scarponi da sci Munari fondata da suo padre, alle case dei numerosissimi zii e parenti dove la bambina bionda e con gli occhi azzurri che fu era amata e coccolata».


Ancora parlava con accento veneto, che dispiegava in tutte le sue rotondità melodiose quando parlava con sua sorella Margherita o con qualcuno del suo mondo “di prima”. Anni fa aveva iniziato a scrivere la sua storia, rimasta purtroppo incompiuta. «Alcune frasi – ricorda ancora Antonio – quelle iniziali delle sue memorie mi hanno colpito perché rendono bene il grande cambiamento del suo trasferirsi in Friuli e dell’aver dovuto lasciare il paese natale e un mondo che, comunque, sarebbe presto scomparso con il passare di pochi decenni».


«Eppure – continua Antonio – nonostante lo spaesamento dovuto all’inserimento in una famiglia più austera e seria e in una società tanto diversa da quella della sua Cornuda, era riuscita ad inserirsi e a farsi voler bene da tutti, grazie a una generosità di cuore piena e ad un senso dell’umorismo vivacissimo. Un gruppo di amiche fedelissime costituivano una parte importante del suo mondo, così come il “Gruppo del Vangelo” e la pattuglia di bridgiste accanite con cui ha fatto qualche partita fino a un mese fa».


Mariangela Zanardi Landi di Veano era molto amata dalla gente di Marsure, in comune di Povoletto, gente con cui aveva vissuto i momenti difficili del dopoguerra, quando nella grande dimora della sua famiglia vivevano ben sedici nuclei familiari di sfollati. Sempre a Marsure aveva vissuto anche gli anni difficili del terremoto e del post-terremoto. «Con una buona volontà infinita – continua il figlio – e con la sua storica Fiat Cinquecento accompagnava figli e compaesani a scuola, dal medico, dal notaio, dal prete. Il complimento più carino, di una compaesana che era quasi un membro della famiglia, è stato: “La contesse e jè come un cjaval di corse”. Lo è stata per tanti anni, e sempre con grande generosità e cuore al servizio degli altri».


Le esequie si terranno nella chiesa parrocchiale di San Quirino a Udine, stamattina alle 10.30. L’ultimo saluto alla cappella Mangilli-Zanardi Landi a Savorgnano del Torre, sarà preceduto da un passaggio alla chiesetta di Sant’Eurosia.


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © Messaggero Veneto