Ogm, il Corpo forestale avvia un’indagine a Pordenone

L’imprenditore Fidenato, ascoltato nella sede di Agricoltori Federati, non autorizza i prelievi sui terreni a Vivaro dopo la recente semina pubblica

PORDENONE. E’ in corso da stamattina a Pordenone un’indagine avviata dal corpo forestale dello Stato su Giorgio Fidenato.

Gli agenti hanno ascoltato l’imprenditore pordenonese nella sede degli Agricoltori Federati in viale Lino Zanussi a Vallenoncello. Questi ha negato loro la possibilità di effettuare prelievi sui propri terreni, a Vivaro, seminati con Ogm e recintati con cartelli di divieti d'accesso.

«Nessuno entra nella mia proprietà senza un mandato del magistrato» ha detto Fidenato agli agenti.  «Ho fatto tutto alla luce del sole - ha proseguito l'imprenditore - e utilizzato le sementi che, a suo tempo, erano state dissequestrate. Non avendo visto negli ispettori spirito collaborativo ho preferito chiedere loro di astenersi dal procedere con verifiche sul campo».

Il sopralluogo, avvenuto di fronte alle telecamere dei principali media nazionali, si è concluso con un verbale, nel quale la Forestale contesta a Fidenato il mancato utilizzo di apposita tabellazione dell’area. «La legge - ha commentato Fidenato - la impone solo per il mais Ogm sperimentale, non per la varietà classica che ho utilizzato io. Stanno cercando cavilli per fermarmi, ma prima di procedere ho verificato, anche assieme ai legali, le modalità della semina, muovendomi sempre nel solco della legalità».

Il blitz del corpo forestale è avvenuto nonostante la sentenza in cui la Corte di giustizia europea ha richiamato lo Stato italiano, in assenza di normativa specifica, al rispetto della normativa comunitaria, permissiva di fronte a questo genere di coltura. A seguito di tale pronuncia, i terreni di Fidenato erano stati dissequestrati.

Ne erano seguite polemiche politiche, l’intervento del ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo, che aveva promesso un decreto in tempi rapidi per vietare le coltivazioni Ogm in Italia, e le prese di posizione di numerose forze politiche, della Provincia e della Coldiretti, contrarie a questo tipo di semina.

Oggi la svolta, con l’indagine tuttora in corso.

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